L'Alchimia delle Parole

Il Giardino Segreto, altro racconto!

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Misuzu
icon1  view post Posted on 30/5/2007, 09:38




Eccomi qua di nuovo a postare..... dunque questo é l'ultimo racconto breve che ho scritto prima di cimentarmi col mio romanzo........ quindi, almeno in teoria, dovrebbe risultare migliore rispetto a "La Valle dell'Arcobaleno"..... :unsure:

come si può intuire dal titolo é un racconto legato al libro originale di F.H.Burnett "The Secret Garden" anche se in realtà poi é mooooooolto modificato infatti la protagonista non é Mary ma
SPOILER (click to view)
sua nipote


Capitolo 1

Le immagini di un paesaggio montuoso scorrevano dal finestrino del treno, il cielo terso era attraversato solo dalle scie degli aerei, Luna distolse lo sguardo da quel paesaggio sconosciuto. Osservò per qualche tempo il suo bagaglio, indecisa se aprirlo o meno, estrasse dal piccolo zainetto un porta foto, al suo interno vi erano numerose immagini di una giovane coppia, osservandole, le lacrime iniziarono a scenderle sul viso. Se un mese fa qualcuno le avesse detto che si sarebbe ritrovata in questa situazione, probabilmente gli avrebbe riso in faccia. Mentre il treno avanzava i suoi pensieri seguivano la strada opposta: tornavano indietro, di settimane, mesi, anni. Nella nazione che era stata finora la sua casa, l’Italia e nella sua città; Genova. Il luogo che stava abbandonando forse per sempre, rivedeva le strade trafficate del centro, Nervi con il suo parco, dove aveva trascorso tante giornate con i suoi amici quando era bambina, la passeggiata di Corso Italia con le sue gelaterie e gli stabilimenti balneari. Il mare, che forse non avrebbe più rivisto!

La sua casetta ora sarebbe rimasta vuota, il luogo dove aveva vissuto per sedici anni con i suoi genitori e il fratellino, sarebbe diventata la casa di qualchedun’altro, al solo pensiero le si spezzava il cuore. Tutta la sua vita si trovava nelle valigie impilate nel portabagagli sopra di lei e nel cestino, dove, raggomitolata, dormiva la sua gattina che aveva chiamato Luny, un nome simile al suo: Luna. Il pensiero, quasi involontariamente le tornò a quel giorno, che non avrebbe mai potuto dimenticare, quando la mamma, il papà e il fratellino erano partiti dall’aeroporto, e lei era rimasta a terra. Una settimana alle Hawaii era il sogno di tutta una vita, avrebbe dovuto andare anche lei; ma aveva preferito restare a casa per lasciare loro un po’ più d’intimità e spendere di meno, in fondo non era come Filippo, il suo fratellino, ancora troppo piccolo per badare a se stesso. Dopo averli salutati con la mano, per quella che sarebbe stata l’ultima volta, era tornata a casa, dove insieme a Luny, aveva trascorso tranquillamente i giorni seguenti fino a quello in cui la sua famiglia, sarebbe salita sull’aereo per tornare a casa.

I suoi l’avevano chiamata al cellulare, poco prima di partire, per ricordarle che sarebbero arrivati alle 20 all’aeroporto Cristoforo Colombo e quindi, se voleva poteva aspettarli lì, ma Luna non ne aveva voglia e poi, avrebbe impiegato moltissimo tempo per arrivare all’aeroporto!
Aveva risposto che li avrebbe aspettati a casa e che aveva tanta voglia di rivederli, poi aveva cominciato a preparare tavola, pensando che ai suoi avrebbe fatto piacere trovare qualcosa da mangiare.

Aveva acceso la TV mentre aspettava che l’acqua bollisse, ultime notizie dal telegiornale: l’aereo proveniente dalle Hawaii, diretto all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova, era esploso mentre sorvolava la città, la causa dell’esplosione: sconosciuta; nessun superstite. L’acqua uscì dalla pentola e bagnò il fornello, nell’aria si diffuse l’odore del gas, ma Luna non si mosse. In sovrimpressione apparve il numero del volo, Luna si precipitò ad agguantare il foglietto che le avevano lasciato i suoi prima
di partire: “ Così, se vuoi venire a prenderci, almeno, potrai sentire direttamente dagli altoparlanti a che uscita aspettarci.” Le aveva detto papà prima di partire. Aprì il cassetto e cominciò a cercarlo freneticamente, lo trovò, ritornò davanti al televisore e cominciò a confrontare, uno alla volta, i numeri impressi sullo schermo e quelli sul biglietto: coincidevano tutti. Non era possibile.

Se quello era davvero il volo che avevano preso i suoi genitori e F-chan, ( questo era il vezzeggiativo con cui chiamava il fratellino, con grande disappunto di lui, peraltro) allora, a quest’ora……..

L’ipotesi che stava per formulare era inconcepibile, non era possibile che suoi genitori e suo fratello fossero morti! Forse avevano perso l’aereo, ma se così fosse, l’avrebbero chiamata. L’idea la fece correre in camera sua, aveva il cellulare silenzioso, pensò, forse aveva squillato e lei non aveva sentito. Il telefonino aveva il display luminoso, c’erano tre nuovi messaggi, pigiò il tasto “leggi”: papà, mamma, F-chan . Con il dito che le tremava, spinse di nuovo il tasto “leggi” sull’ SMS di mamma: “ Ti voglio bene. Sii forte.” Poi quello di papà “ Ti voglio bene, vai avanti anche senza di noi.”, per ultimo quello di F-chan: “ Ho paura, mamma dice che moriremo. Ti voglio bene Luna. Addio sorellina.”

Per un momento si chiese come aveva fatto suo fratello a mandarle un SMS così lungo, poi il cellulare le cadde di mano.

Se prima aveva una speranza, ora non aveva più nemmeno quella, cominciò a singhiozzare, si accasciò sul pavimento e iniziò a chiamare: “ Mamma, papà,
F-chan! Perché è successo? Perché?” continuò così per tantissimo tempo, la sua gattina miagolava preoccupata e le faceva le fusa. Luna la strinse “Mi sei rimasta solo tu Luny! Mamma, papà e F-chan non ci sono più!” singhiozzò, era da un po’ che sentiva puzza di gas, forse lo aveva lasciato acceso, pensò confusa, poi sentì suonare alla porta però non aveva la forza di alzarsi. La porta si aprì comunque e Laura e i suoi genitori entrarono in casa, “ Ma questa è puzza di gas!” li sentì esclamare, “ Ehi! E’ acceso, bisogna spegnerlo! Apriamo le finestre!” disse una voce che riconobbe vagamente essere quella di Marco, il suo vicino di casa, ma lei non si mosse, avvertiva un grande freddo. Poi qualcuno aprì la porta di camera sua, “ Luna! Allora sei qui, ero così preoccupata!” esclamò Laura, la sua migliore amica: “ Lo sai che c’era il gas acceso? Rischiavi di morire!”, era decisamente furiosa, Luna si aggrappò a lei e ricominciò a piangere, Laura la guardò perplessa. “ ehi! Cos’è successo? Perché piangi? Va bene essere pentiti ma…. …” Luna non la ascoltava, adesso era sola, pensò, poteva almeno fare quello che le pareva.
“Luna, dove sei? Ah, eccoti qui, ho appena sentito il telegiornale, avevi mica intenzione di suicidarti?” le domandò, delicato come sempre Marco. “ Potresti almeno avere il buongusto di tacere ogni tanto!” gli urlò furiosa, non era proprio quello che voleva sentirsi dire! “ Hai ragione, scusami. Ma ero preoccupato per davvero! Insomma, visto quello che è successo, poteva davvero essere un gesto estremo.” Concluse imbarazzato, vedendo che Luna stava ricominciando a piangere.

“ Mi dispiace davvero, dai non piangere!” esclamò preoccupato, “ Potrei sapere cos’è accaduto? Non ci capisco nulla!” domandò Laura, ma prima che qualcuno potesse risponderle, i suoi genitori apparvero in cima alle scale: “ Luna! Per fortuna stai bene, povera piccola!” esclamò la madre di Laura correndo ad abbracciarla, anche lei stava piangendo, il padre di Laura, il signor Bianchi rimase zitto ad osservare la scena. Luna si lasciò trascinare a casa dei Bianchi e si sforzò di ascoltare i loro discorsi, Laura ascoltava ammutolita; era in quello stato da quando aveva saputo cos’era successo: dopotutto lei, Laura e Marco si conoscevano da quando erano bambini, ed era normale che Laura, come lei, fosse un po’ scossa. I discorsi dei signori Bianchi erano sensati, pensò Luna, ma ora non riusciva ad ascoltarli, avrebbe dovuto esserci il funerale, ovviamente, inoltre lei non poteva certo vivere da sola, aveva solo sedici anni, per cui sarebbe dovuta andare a vivere da qualche suo parente. Aveva dei parenti? A quanto ne sapeva, aveva solo un nonno che viveva in Scozia, e non era certo la persona con cui voleva andare a vivere! “ Non posso restare qui con voi?” domandò. I signori Bianchi si scambiarono uno sguardo imbarazzato, “ Temo di no, lui è il tuo parente più stretto. Ovviamente, se non accettasse di ospitarti, o ci chiedesse di farti vivere con noi, saremmo più che d’accordo. Ma non spetta a noi decidere. “ le rispose la signora Bianchi mestamente.

Luna se lo aspettava, in fondo era ancora minorenne e non poteva decidere autonomamente di se stessa. Nei giorni che seguirono ci fu il funerale e il nonno non si fece vedere, Luna sperava che si rifiutasse di ospitarla, in fondo lei non lo aveva mai visto in vita sua, perché proprio ora avrebbe dovuto interessarsi a lei? Ma le cose non erano andate come sperava, ed eccola seduta su un treno diretto nella lontana Scozia.

Fine capitolo 1


- come potete notare anche questa storia si apre un pò tragicamente........ in quel periodo ero un pò depressa.... ma poi la storia prosegue su un tono + allegro (insomma...)-

confesso che in realtà questi inizi un pò tragici servono a far decollare la storia perché sono l'incipit da cui poi si dipana la trama e la storia.........

spero in qualche commento!! :*eheh*:

Edited by Misuzu - 2/6/2007, 13:30
 
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kurumi78
view post Posted on 30/5/2007, 12:25




mi è piaciuta davvero un sacco!
nonostante che le storie drammatiche io le evito come la peste!

hai fatto un notevole salto di qualità in questa fic, belle le descrizioni degli esterni, belli i dialoghi, è una storia molto fluida.

Bravissima, sei sulla strada giusta, hai centrato lo stile da seguire! ancora complimenti
 
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Misuzu
view post Posted on 30/5/2007, 21:17




CITAZIONE (kurumi78 @ 30/5/2007, 13:25)
hai fatto un notevole salto di qualità in questa fic, belle le descrizioni degli esterni, belli i dialoghi, è una storia molto fluida.

Bravissima, sei sulla strada giusta, hai centrato lo stile da seguire! ancora complimenti

grazie mille carissima.... cmq non é una fic ma un racconto.... anche se mi sono ispirata a un libro famoso questa non é una fan fic.......

spero che anche il seguito ti piaccia! :D

Edited by kurumi78 - 18/6/2007, 21:32
 
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Misuzu
view post Posted on 1/6/2007, 10:36




ok eccomi di nuovo qui a postare il capitolo 2:

Osservò la cartina che si era portata dietro, la sua destinazione finale era nelle Highlands, suo nonno era un conte e discendeva da un’antica famiglia di nobili, tanto antica e potente, che era riuscito ad ottenere i diritti di proprietà sul castello Dunnottar.
Il castello in passato era anche un museo, ma adesso era adibito esclusivamente a residenza privata di suo nonno. Questo fatto gli aveva procurato la viva antipatia di gran parte degli abitanti del nord-est della Scozia; sembrava che non fosse l’unica a non avere simpatia per suo nonno.
Pian piano, finì per addormentarsi e quando si risvegliò il panorama che poteva vedere dal finestrino era molto cambiato: la luce del sole illuminava il fiordo blu turchese, sopra al quale passava il treno in quel momento. Scese alla stazione di Aberdeen e aspettò: qualcuno doveva venire a prenderla. Il freddo pungente la avvolse, aprì la valigia e ne estrasse un maglione azzurro, dopo averlo indossato si sentì molto meglio, fece uscire Luny dalla cestina e questa le si arrampicò su una spalla, com’era solita fare.

Si chiese per quanto tempo avrebbe dovuto aspettare, si sedette su una panchina e attese. Dopo circa un’ora, una signora dall’aria arcigna la avvicinò e le chiese:
“Sei tu Luna Fabbro?” , ovviamente in inglese “ Si, sono io.” Rispose Luna
“Bene, vieni con me. Il tuo bagaglio è solo quello?” Chiese indicando la valigia che aveva affianco, “ No, ne ho altre tre qua sotto.” Disse chinandosi a recuperarle sotto la panchina. “ Bene, seguimi.” Disse freddamente, Luna si caricò delle quattro valigie e arrancò dietro alla donna, raggiunsero un’auto nera dai vetri oscurati, caricati i bagagli si sedette sul sedile posteriore.

Le cose cominciavano male, pensò mestamente, del resto non si aspettava nulla di meglio, il nonno era sempre stato contrario al matrimonio dei suoi genitori e non era mai venuto a trovarli. Però, se questo era il modo in cui intendeva trattarla, poteva farla rimanere a casa di Laura! Durante il viaggio tentò più volte di intraprendere una conversazione con la donna, ma riuscì solo a farsi dire il suo nome: “Cornelia” . Non poteva esserci un inizio peggiore di questo, pensò tra sé e sé in più si sentiva spaventata da quel posto che non aveva mai visto. Quando giunsero a Stonehaven, una pioggerellina fitta aveva cominciato a cadere e nel momento in cui, infine si fermarono davanti al castello di Dunottar, ormai pioveva forte, era sera e Luna aveva fame, anche Luny miagolava affamata dalla sua cesta. Appena furono entrate, la signora Cornelia diede le sue valigie a una cameriera e le disse di portarle nella camera che era stata preparata. Luna, nel frattempo fece uscire Luny dalla sua cestina, la gattina le salì rapidamente su una spalla e miagolò osservando il nuovo ambiente.

“Avrete fame immagino, la sala da pranzo è da questa parte. Seguitemi.” Le disse Cornelia e Luna la seguì nella grande sala da pranzo arredata in stile vittoriano, “Prego.” Disse indicando la tavola dove spiccava un unico piatto contenente una specie di zuppa, Luna lo assaggiò, era gelata ma lei aveva fame, ne mangiò quello che poté e il resto lo diede a Luny. Poi aspettò il secondo ma Cornelia le fece cenno di alzarsi e l’accompagnò su per una rampa di scale, lungo un corridoio fino a raggiungere l’ultima stanza in fondo. L’aprì e le disse: “ Questa è la tua stanza, i bagagli sono già qui. Buona notte.” E poi se ne andò. Luna osservò la stanza, era bella: di una tonalità tendente all’azzurrino, il letto era uno di quelli vecchio stile, però era morbido, pensò mentre ci si sedeva sopra. Aprì la valigia, tirò fuori la piccola cassettina di Luny e vi mise quella poca sabbietta che era riuscita a portarsi dietro, quella camera le dava un senso di freddo, pensò rabbrividendo, benché fosse più bella della camera che aveva a casa. Sistemò la sua roba negli armadi, poi si cambiò e si infilò nel letto, aveva fame, freddo e si sentiva sola. Appoggiò su uno dei due comodini una grande foto: i suoi genitori, suo fratello e lei con Luny in braccio, era stata scattata il giorno del suo compleanno. Sull’altro, invece poggiò una foto che la ritraeva con Laura e Marco. Cominciò a piangere, si era trattenuta finora e adesso non ce la faceva più, continuò a singhiozzare fino ad addormentarsi esausta. Quando quella sera, la signora Cornelia fu fatta chiamare dal Conte, immaginava facilmente di cosa le volesse parlare: “ Allora, come le è sembrata?” domandò bruscamente l’uomo anziano, la signora Cornelia sospirò, il vecchio era estremamente prevenuto nei confronti della nipote: “ Mi è sembrata una ragazzina spaventata, triste e molto sola. Mi ha fatto pena, l’ ho trattata con freddezza, proprio come voleva lei. Anche se mi è sembrata una cosa profondamente ingiusta.” Rispose la donna.
“Non importa, se l’avessimo accolta calorosamente si sarebbe aspettata chissà cosa!” bofonchiò il vecchio concludendo il discorso. La mattina seguente Luna era ancora intontita per gli avvenimenti del giorno prima e, per un attimo non riconobbe la stanza dove si trovava poi Luny miagolò e lei si ricordò tutto.

Lentamente si vestì, poi si rivolse alla foto che aveva sistemato sul comodino: “Buongiorno mamma, papà, fratellino!” Con Luny appollaiata sulla spalla scese la scale, diretta alla sala da pranzo della sera prima. Quando arrivò seduto a un lato della grande tavola vide un uomo dai fini capelli bianchi e i freddi occhi azzurri:
“Siediti e scusa se ieri non ho potuto salutarti, ma avevo da fare.” Le disse seccamente suo nonno, Luna si sedette, “ Spero che la camera sia di tuo gradimento. Cosa ci fa qui quel gatto?” domandò osservando Luny con disappunto, “ E’ la mia gattina e si chiama Luny.” Rispose Luna accarezzando la micetta, “ Mi spiace, ma qui non si possono tenere animali. Dovrai darla via.” Annunciò con la massima tranquillità il conte. “ Non se ne parla nemmeno. Non abbandonerò mai la mia gattina.” Rispose Luna senza scomporsi , si aspettava un discorso simile e non era disposta a piegarsi ai voleri di quel vecchio sconosciuto. “ Non ti sto chiedendo un favore, è un ordine!” ingiunse il conte.
“Luny è l’ultimo regalo che mi hanno fatto i miei genitori e il mio fratellino, perciò non l’abbandonerò mai!” disse alzando leggermente la voce, su questo punto non era disposta a cedere. “ D’accordo, visto che è un ricordo della tua famiglia, puoi tenerla: ma dovrai occupartene tu! Se farà dei danni, non ci penserò su due volte, prima di cacciarla via.” Concesse il vecchio, “ va bene” acconsentì Luna. Conclusero la colazione in silenzio, poi suo nonno riprese il discorso: “ Per quanto riguarda la tua istruzione, potrei chiamare qui un’ istitutrice, o preferisci andare a una scuola a Stonehaven? E’ un po’ lontano, dovrei farti accompagnare in macchina, ma lascio la scelta a te.” Luna non aveva bisogno di pensarci nemmeno per un attimo:” Mi piacerebbe andare a scuola! Così potrei conoscere dei ragazzi della mia età!” si affrettò a rispondere Luna. “ Va bene, allora vedrò di procurarti i libri di testo e l’orario. Ci sarà anche una divisa immagino, che taglia porti?” le domandò dopo aver riflettuto un pò. “ La 42” rispose Luna, l’idea di indossare una divisa l’aveva colta impreparata, in Italia non era necessario. “ A Genova, frequentavo un istituto linguistico, non so se qui ci sia un liceo simile…” aggiunse cautamente. “ Un liceo linguistico´Già, visto che sei bilingue, sì ci sono anche qui da noi, ne cercherò uno dove si studi l’italiano. Appena trovo qualcosa te lo comunicherò, nel frattempo puoi riposarti un po’, anche per riprenderti da tutte queste novità, d’accordo?” “ Va bene, ti ringrazio tanto nonno.” rispose Luna sorridendo.


Fine del capitolo 2

ps. piccolo particolare: il castello Dunnottar esiste realmente e si trova davvero in Scozia .... ed é vicino alla città di Aberdeen .... a suo tempo mi ero documentata .....
 
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Misuzu
view post Posted on 6/6/2007, 20:56




io continuo imperterrita a postare i nuovi capitoli.... sperando che qualcuno legga, prima o poi.....

CAPITOLO 3

Finito di pranzare suo nonno le disse che doveva allontanarsi dal castello per lavoro e che, se lo desiderava poteva divertirsi ad esplorarlo.

Luna seguì suo il consiglio, e con Luny al seguito cominciò ad esplorare i saloni e i grandi corridoi bui, poi ne trovò uno pieno di ritratti, “ Come da manuale.” Pensò osservandoli uno ad uno. Era un classico che i nobili inglesi, nei loro castelli avessero una sala dei ritratti; chissà a cosa gli serviva poi, si chiese osservandoli. “ Le persone care.. “ pensò “ si ricordano comunque, anche senza bisogno di un dipinto e, se per ricordarsi di una persona occorre avere un quadro, allora vuol dire che non si teneva molto a lei.” Concluse fra sé e sé. Continuò ad osservare la stanza dei ritratti, finché; improvvisamente le parve di sentire qualcosa muoversi, come un fruscio impercettibile, però, anche spingendo lo sguardo più avanti non scorse nulla. Giunse in fondo alla sala e vi trovò un ultimo dipinto, coperto da un pesante drappo di velluto rosso. Lo sollevò piano e vi scoprì il ritratto di una bambina, rimase senza fiato nel constatare che era identica a lei quando era piccola, chissà chi era si domandò Luna e poi perché il suo era l’unico ritratto a non essere appeso? Anzi, era nascosto dal drappo, come se non dovesse essere visto. Forse aveva curiosato troppo pensò Luna e l’improvviso miagolio di Luny la fece sobbalzare dallo spavento, il vento frusciò fuori dal castello e le parve di sentire una voce di bambina sussurrare
“L’uccellino è dentro l’uovo…”.

Luna si guardò le braccia: aveva la pelle d’oca, maledì ancora una volta la sua anormale capacità, non era sempre piacevole riuscire a vedere gli spiriti! Quando la sua “vista”, come lei la chiamava, aveva cominciato a manifestarsi, aveva rischiato di impazzire e i suoi genitori si erano terribilmente spaventati. Aveva imparato a controllarsi e, ovviamente a non parlarne mai con nessuno, riusciva a vedere gli spiriti che popolano: l’aria, l’acqua e il fuoco, ce n’erano a bizzeffe, alcuni erano gentili, altri scorbutici; ma mai pericolosi. I fantasmi erano tutta un’altra storia, essi non erano altro che gli spiriti dei defunti che non erano riusciti a portare a termine la loro esistenza, o perché uccisi, o perché morti per malattia. Non essendo riusciti a portare a termine ciò che dovevano fare, vagavano inquieti per il mondo, alla ricerca di qualcuno che li aiutasse nel loro intento. Qualche volta lei, Laura e Marco avevano aiutato qualche fantasma: un ragazzino che doveva restituire una palla a un suo amico, una signora che aveva lasciato il gatto chiuso in cantina……… Cose del genere, insomma, niente di impegnativo.
La voce che aveva udito poco fa, doveva appartenere al fantasma di quella bambina, quella del ritratto nascosto dal pesante drappo rosso. Si allontanò tranquillamente dalla stanza dei ritratti, se quel fantasma aveva bisogno d’aiuto sarebbe venuto a cercarla. Durante il suo giro d’esplorazione vide tutte le stanze del castello, tranne una che era chiusa a chiave, poi visitò il giardino: era grande e ben curato, d’improvviso vide Silfh, uno spiritello del vento, che volava sul giardino.

Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno a guardarla, lo chiamò: “Ciao Silfh!”
“Ciao Luna” mormorò lo spirito con una voce simile al frusciare del vento sulle foglie, aveva l’aspetto di un essere umano in miniatura: un ragazzo dalla carnagione e dai capelli verdi con le orecchie a punta. “ Mi spiace molto per la tua famiglia, ho visto il loro aereo durante uno dei miei voli.” Le disse dolcemente, con quella voce che assomigliava a una ninna-nanna “ Ti ringrazio, hai mai visto qualcosa di insolito in questo castello?” gli domandò, gli spiriti, per qualche strano motivo che lei ignorava, non erano in grado di vedere i fantasmi, però Silfh poteva comunque aver notato qualcosa. “ Sì, penso sia uno di loro. Nel giardino proibito vicino al bosco, laggiù!” Disse, indicando quella che sembrava essere la delimitazione del giardino, Silfh vi si diresse e Luna assieme a Luny lo seguirono. Si fermarono all’ingresso, un arco scolpito nel muro.

“ Ehi, Silfh prima l’ hai chiamato “giardino proibito”, non è che per caso è vietato entrarci? Non ci tengo a far arrabbiare il nonno!” esclamò, terrorizzata dall’idea di vedere suo nonno furioso. “Se il Conte volesse precluderne l’ingresso, lo chiuderebbe, non trovi?” rispose Silfh, la sua logica era sempre schiacciante, pensò Luna. Così ne oltrepassarono l’ingresso: l’interno era soffocante, piante e arbusti erano cresciuti ovunque e la luce giungeva filtrata da esse. Si fecero strada tra la vegetazione fino a giungere a un prato dall’erba alta, dal ramo di un albero, pendevano le funi di un’altalena di legno e seduta sopra di essa c’era la bambina del ritratto.

Ora che poteva osservarla meglio, notò che somigliava, non solo a lei stessa quand’era piccola ma anche a sua madre! Era davvero simile alla mamma nelle foto in cui era più giovane, quella bambina avrà avuto all’incirca dodici anni, pensò tristemente, era cosi piccola! Le si avvicinò cautamente, la prudenza non era mia troppa, i fantasmi agivano spesso in modo irrazionale: “ Ciao, chi sei? Posso aiutarti? Io mi chiamo Luna.” Disse piano, per non spaventarla. “ Sono Mary. Guarda sotto al fiore rosso, l’uccellino è nell’uovo, se non lo rompe morirà senza nascere. L’uovo è il mondo.” Sussurrò l’eterea figura, poi svanì come nebbia al sole. “ Silfh, aiutami a cercare un fiore rosso, per favore!” lo pregò Luna e lo spirito si lanciò in volo tra la vegetazione, Luny tentò di afferrarlo, ma ovviamente non ci riuscì, anche Luna cominciò a guardarsi intorno, c’erano talmente tante piante e tanti fiori, che sarebbe stato difficile trovarlo! Dopo circa una ventina di minuti udì il fischio acuto di Silfh, aveva trovato qualcosa. Seguendo il suono lo raggiunse, in quel punto la vegetazione era più rada e sopra a un sasso cresceva uno strano fiore rosso, Luna non si intendeva di botanica, ma non aveva mai visto un fiore simile. La corolla era grande, ed aveva un gran numero di petali di colore rosso carminio, quasi sanguigno ed emanava un profumo dolce. Mary aveva detto : ²sotto al fiore rosso”, perciò Luna osservò con attenzione al di sotto del fiore, ma non c’era nulla poi pensò di smuovere il sasso. “Bingo!” pensò osservando la piccola buca scavata sotto di esso, guardando attentamente vi trovò una chiave d’argento. Doveva trattarsi di ciò che Mary desiderava che lei recuperasse. Uscì dal giardino e salutò Silfh.
Forse, dopotutto, quel posto non era poi così male.


fine del capitolo 3

spero che qualcuno lo legga....... :*eheh*:
 
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Dre@mer
view post Posted on 8/6/2007, 13:09




E' bellissima!!!! Si nota che l'hai scritta dopo la Valle dell'Arcobaleno, è più matura nello stile, nella narrazione e nella trama (nulla togliendo però alla precedente, che mi è piaciuta molto!!)!
Inoltre hai toccato una corda sensibile della sottoscritta : la Scozia :wub: , che io adoro!!! Sapere che la storia è ambientata lì mi fa saltare di gioia, crea un'ambientazione a mio avviso stupenda!!!
Poi questi episodi sensitivi alimentano la curiosità del lettore *___* !!
 
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Misuzu
view post Posted on 13/6/2007, 12:24




CITAZIONE (Dre@mer @ 8/6/2007, 14:09)
E' bellissima!!!! Si nota che l'hai scritta dopo la Valle dell'Arcobaleno, è più matura nello stile, nella narrazione e nella trama (nulla togliendo però alla precedente, che mi è piaciuta molto!!)!
Inoltre hai toccato una corda sensibile della sottoscritta : la Scozia :wub: , che io adoro!!! Sapere che la storia è ambientata lì mi fa saltare di gioia, crea un'ambientazione a mio avviso stupenda!!!
Poi questi episodi sensitivi alimentano la curiosità del lettore *___* !!

Sono contenta che ti piaccia e sopratutto che si noti un miglioramento..... anche a me piace la Scozia più che altro adoro l'atmosfera cn i castelli e tutto il verde... :wub: mi piacerebbe tanto andarci un giorno ..... :D


Capitolo 4

Dopo poco più di qualche minuto fu aspramente rimproverata da un’ uomo di colore di circa una settantina d’anni che diceva di chiamarsi John e di essere il giardiniere. Quell’area del parco era proibita, non sarebbe dovuta entrarci. Luna fece finta di non saperlo, si disse pentita e chiese scusa, almeno per un po’ non sarebbe dovuta tornarci, pensò stringendo fra le dita la chiave d’argento. A cena suo nonno le disse che l’aveva iscritta alla St. Kings School, i libri e la divisa erano già in camera sua, avrebbe preparato una macchina per portarla a scuola e per andarla a riprendere.

La mattina seguente Luna indossò la divisa della scuola e si legò al collo una catenina dorata con un ciondolo portafoto, all’interno vi aveva inserito una piccola foto della sua famiglia, quel ciondolo le era stato regalato da Laura. Provò una fitta di nostalgia e decise che quella sera avrebbe chiamato i suoi amici. Arrivata alla sua nuova scuola rimase senza parole: era enorme, molto più grande della casa che aveva a Genova! Dava tutta l’aria di essere di essere una scuola per ricconi, entrò nell’ atrio gigantesco e chiese a una ragazza dov’era la 4°A, questa le fece strada dicendole allegramente che erano in classe insieme, si presentò come Sarah. Quando le disse il suo nome Sarah esclamò: “ Sei l’erede del conte Arthur! Accidenti che fortuna che hai!” Luna non si sentiva affatto fortunata. Quando il professore la presentò dall’aula si levò un brusio di esclamazioni:” Signora contessa, perdoni i nostri modi rozzi!” esclamò un ragazzo molto carino con gli occhi verdi e i capelli neri. “ Nessuno ha chiesto la tua opinione, Brad.” Sentenziò il professore, Luna si morse il labbro, non era proprio dell’umore adatto per questo genere di battute! Si sedette e cercò di seguire la lezione, ripensando alla chiave che aveva trovato, probabilmente serviva ad aprire l’unica stanza chiusa a chiave del castello! Doveva aprirla ed esplorarla, sicuramente era ciò che Mary voleva che facesse. Cominciarono ad arrivarle dei bigliettini anonimi: “Come ci si sente ad essere nobili?”, lesse Luna , decise di ignorarlo e lo accartocciò sotto al banco. Continuarono ad arrivarne altri, “ Perché non rispondi Ti senti superiore?”, Luna cercò di non farci caso, ma la situazione cominciava a diventare pesante, “Pur di diventare ricca hai sacrificato i tuoi genitori!”, quella frase le fece saltare i nervi.

Le sembrava che quel bigliettino glielo avesse lanciato Brad, perciò si rivolse furiosa proprio a lui: “ Come osi dire una cosa del genere? A me non importa niente dei soldi! Avrei preferito essere povera in canna, pur di poter restare con i miei genitori e mio fratello!”, si accorse che le lacrime le stavano bagnando il viso e corse via.

Si ritrovò nel giardino della scuola, si sedette vicino a un albero e continuò a piangere, poi udì un miagolio familiare: “ Luny!” esclamò, la gattina doveva averla seguita, la strinse e cominciò a singhiozzare. D’improvviso si rese conto di non avere più al collo la catenina, non poteva averla persa! Così si disperò ancora di più, sentì che qualcuno la stava raggiungendo, “ Ehi, questa è tua?” disse Brad tenendo in mano la sua catenina, “Sì!” esclamò felice Luna, Brad gliela porse gentilmente, d’improvviso il telefonino di Luna squillò, facendola sobbalzare. “Pronto?” rispose, sorpresa che qualcuno la chiamasse “ Ciao, sono io! Spero di averti chiamata all’ora giusta, come va? Da noi ora sono le 11:00, da te le 10:00 quindi avrai l’intervallo, giusto?” le chiese con la sua voce argentina Laura. “ Oh, Laura! Se tu sapessi! Mio nonno è un vecchio freddo e burbero e comunque non c’é praticamente mai , quasi nessuno mi rivolge la parola in quella casa! Voleva perfino portarmi via Luny, per fortuna sono riuscita a spuntarla! L’unica cosa positiva è stato il mio incontro con Mary, almeno, ora che ho qualcosa da fare mi distraggo!” esclamò esasperata. “ Chi è Mary?” le chiese Laura, Luna guardò per un attimo Brad, tanto non ci avrebbe creduto, pensò e le rispose: “ Il fantasma di una ragazzina, sto cercando di capire cosa vuole da me.” “ Allora, in bocca al lupo! Spero che riuscirai a salvarla. La ricreazione è finita! Mi spiace che non ti trovi bene là ma fatti coraggio! Ricordati che noi saremo amiche per sempre.” La comunicazione fu interrotta bruscamente e Luna sperò che non fosse stata sorpresa dal professore.

Si alzò in piedi e vide che Brad la fissava con gli occhi sgranati: “ Ascolta, mi spiace di averti detto quelle cose, ma quei biglietti non li ho scritti tutti io! Perdonami!” le disse a bassa voce, Luna rifletté sulla risposta: “ Va bene, sei perdonato, però vedi di non farlo più!” fece per avviarsi in classe, ma Brad le prese per mano e le sussurrò in un orecchio: “ Io conosco Mary, parliamone oggi pomeriggio, va bene?”. Luna rimase interdetta per un momento poi rispose “ Ok!”. Tornata in classe la giornata proseguì senza altri intoppi e all’uscita comunicò all’autista che sarebbe tornata più tardi, perché andava a studiare in biblioteca, era dubbiosa sul conto di Brad però aveva deciso di rischiare.
“Quando hai parlato di “Mary” a chi ti riferivi?” Le chiese a bassa voce una volta in biblioteca, “ Non vedo perché dovrei dirtelo, in ogni caso, mi riferivo al fantasma di una bambina che ho incontrato al castello.” Ora, se la prendeva per una pazza se l’era andata a cercare. Ma Brad annuì serio in volto, come se l’avesse sospettato, “ E dimmi, com’era questo fantasma?”, Luna si chiese se per caso non la stesse prendendo in giro, “ Mi assomigliava, sembrava me da bambina.” Rispose per metterlo alla prova “ Capisco, credo di sapere chi era quella bambina, anche se non ne sono sicuro. Mia mamma da giovane lavorava al castello, lei mi ha detto che il conte aveva due figlie: Juliet e Mary. Però, Mary scomparve e non se ne seppe più nulla, in seguito al castello divenne tabù perfino pronunciare il suo nome. Questo è tutto quello che so al riguardo.” “ Allora, Mary sarebbe mia zia? Ecco perché somiglia sia a me che alla mamma!”

Luna si ricordò che sua madre, una volta, le aveva detto che avrebbe dovuto avere un sorella però la bambina era morta appena nata, probabilmente le avevano mentito, pensò Luna. “ Aiutami a cercare degli articoli di giornale, che parlino di questi fatti.” Disse alzandosi e dirigendosi verso l’apposito reparto. Cominciarono a cercare insieme tra i vecchi articoli di giornale, “ L’anno dovrebbe essere il 1953, ovvero quando è nata mia mamma, o comunque una data simile.” Calcolò Luna, “ D’accordo, allora io guardo su questo.” Disse Brad prendendo un raccoglitore da una pila di fascicoli lì vicino, Luna ne prese un altro e iniziarono a spulciare fra gli articoli, dopo un po’ Brad esclamò: “ Ecco l’ ho trovato! Lo leggo ad alta voce: Misteriosa scomparsa nel castello di Dunnottar, Mary la figlia maggiore del conte Innsbruck è scomparsa misteriosamente. Il suo corpo non è stato ancora ritrovato, il conte distrutto dal dolore celebrerà il suo funerale tra quattro giorni. Allora era proprio come pensavamo!” esclamò Brad. Luna capì che molto probabilmente, il favore che Mary voleva da lei aveva a che fare con la sua morte misteriosa.

FINE del capitolo 4
 
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Misuzu
view post Posted on 14/6/2007, 18:48




eccomi di nuovo qui... chiedo scusa se posto così rapidamente ma non vedo l'ora di postare il romanzo ..... :*eheh*: anche perché leggere + capitoli di fila credo sia + comodo anche a voi che nn leggere un capitolo e poi avere una pausa... almeno credo... :unsure:

CAPITOLO 5

“Cosa pensi di fare?” le chiese Brad, “ Aiutarla, mi sembra ovvio e so già come fare.”
“ Posso darti una mano? Questa storia si fa interessante!” “ Se ti fa piacere…. In ogni caso prima di tutto devo aprire quella stanza, sono sicura che ci sarà qualche indizio.”
“Di quale stanza stai parlando?” le chiese Brad, così Luna gli raccontò di come avesse trovato quella chiave, del suo incontro con Mary e tutto quello che era accaduto.
“Incredibile! Pensi di riuscire a curiosare un po’ lì dentro?” le chiese dopo aver ascoltato il suo racconto, “ Non lo so, pensavo di provare stanotte, quando tutti dormono.” Quella era l’unica possibilità che aveva, pensò Luna. “ Stai attenta, se tuo nonno ti scoprisse, penso che non ne sarebbe felice.” Luna rabbrividì al pensiero di cosa le sarebbe successo se il nonno l’avesse scoperta, ma doveva rischiare. Così, quella sera stessa, prima di coricarsi attivò la sveglia sul suo cellulare e lo mise silenzioso sistemandolo sotto al suo cuscino, si augurò che la vibrazione bastasse a svegliarla. Tutto andò come previsto e a mezzanotte si alzò, si era vestita di nero, forse avrebbe dato meno nell’occhio, con Luny che le faceva strada si avviò per i lunghi corridoi bui del castello, fino a raggiungere la stanza chiusa, infilò la chiave nella toppa e per un momento si chiese cosa avrebbe fatto se la porta non si fosse aperta. Con un sinistro scricchiolio che la fece sobbalzare, la porta si aprì, Luna trattenne il fiato, aspettando di sentire qualche rumore o di veder sopraggiungere qualcuno ma tutto rimase silenzioso.

Entrò nella stanza e si richiuse dietro la porta, non vedeva nulla, un piccolo puntino luminoso le si avvicinò e Luna sorrise nel riconoscere Lighly lo spiritello della luce. Aveva le sembianze di una ragazza bionda con gli occhi dorati : “Scommetto che hai bisogno di me, vero?” le disse facendole l’occhiolino, “Sì grazie!” esclamò Luna. Lighly con un cenno della mano illuminò tutta la stanza: “Questa luce è magica, possiamo vederla solo io e te, quindi non preoccuparti.” Le disse lo spiritello, Luna cominciò a guadarsi intorno, la stanza era tutta rosa e bianca, era chiaro che era appartenuta a una bambina. Si chiese cosa doveva trovare e iniziò ad aprire tutti i cassetti quando Mary apparve seduta sul letto.

“Mary, cosa devo fare qui?” le chiese Luna, Mary sorrise, si alzò ed indicò un cassetto della scrivania, Luna l’aprì ma non vi trovò nulla e si rivolse nuovamente a Mary: “ Le cose non sono sempre quello che sembrano, guarda meglio.” Le suggerì la bambina, Luna guardò più attentamente, tolse tutto quello che c’era e tastando vi scoprì un doppio fondo. Lo sollevò e vi trovò un piccolo e consunto diario, lo prese e lo mostrò a Mary: “ E’ questo quello che devo trovare?” le domandò e Mary annuì “ Leggilo, e poi trovami. Ricordati, l’uccellino è dentro all’uovo, se non lo rompe morirà senza nascere, segui il volo dell’uccello dal petto rosso.” Detto ciò si dissolse nel nulla. Luna tornò quatta, quatta in camera sua, salutò Lighly e aprì la porta della sua stanza, con raccapriccio vide la signora Cornelia seduta alla sua scrivania.

“Si può sapere dov’eri signorina? Ho visto la porta socchiusa e sono venuta a chiuderla. Non ti è permesso vagabondare nel castello di notte! Può essere pericoloso!” aggiunse alzando la voce. “ Sono solo andata al bagno. Perché dovrebbe essere pericoloso?” “ Tu non sai… » mormorò la donna « tempo fa é successa una cosa tremenda in questo castello. Ora dormi.” Disse alzandosi ma Luna la fermò: “ Aspetti, mi racconti cosa è accaduto a Mary!” La signora Cornelia la fissò stupita: “ E tu come…
Te ne avrà parlato tua madre immagino, la signorina Mary era la sorella maggiore della tua mamma a quel tempo io le facevo da cameriera, la mia famiglia è povera, perciò, quando compii quattordici anni venni mandata qui a lavorare. Era strano fare da cameriera a una ragazza che aveva due anni meno di me.” Nel ricordarlo alla signora Cornelia nacque un sorriso. “ A essere sincera, io non facevo mai nulla, passavo la giornate a chiacchierare con lei. La signorina Mary mi aveva detto di voler essere mia amica, non la mia padrona. Lei amava molto i fiori e le piante, le piaceva curarli, è stata lei a occuparsi da sola del giardino, sai? Usciva spesso la notte, per controllare i fiori o più semplicemente per ammirarli. Non sai quante volte si è addormentata in giardino!Una sera la sentii uscire, pensai che volesse andare nel parco e la lasciai fare. Non è più tornata.” Luna si accorse che la signora Cornelia stava per piangere. “ La mattina seguente andai a svegliarla, come al solito ma la sua stanza era vuota. Mi arrabbiai pensando che avesse dormito in giardino, la andai a cercare ma non la trovai. Nessuno l’ ha più vista.” Concluse soffocando i singhiozzi, ora le cose erano molto più chiare per Luna. Rassicurò la signora Cornelia, dicendole che non sarebbe più uscita, una volta rimasta sola decise di leggere il diario ma il sonno la vinse e si addormentò prima di poterlo leggere.

Il mattino seguente, mentre facevano colazione, suo nonno le disse che avrebbe potuto trascorrere le vacanze di Pasqua, che iniziavano tra due giorni a Genova, ospite a casa di Laura. Luna non credeva alle sue orecchie! Sarebbe tornata a casa e avrebbe rivisto Laura e Marco! C’era una cosa importante che doveva dire a Marco……. …. Insomma, voleva dichiararsi, Marco le era mancato molto e poi in fondo gli aveva sempre voluto bene, fin da bambina! Durante la ricreazione raccontò ogni cosa a Brad ma, quando gli parlò di Marco divenne silenzioso e di cattivo umore, Luna se ne chiese il motivo. Il pomeriggio e il giorno seguente fu troppo impegnata a fare i bagagli e a comprare regalini, per leggere il diario e si ripromise di farlo più tardi. Il viaggio di ritorno in Italia fu lungo come quello di andata, ma lo stato d’animo di Luna era completamente diverso.

All’ aeroporto fu accolta da: Laura, Marco, i signori Bianchi e i suoi compagni di classe, Luna piangeva di gioia, Marco la baciò sulla guancia per salutarla e lei si sentì al settimo cielo.

Passò il pomeriggio, assieme a tutti i suoi amici a Nervi, la sera mentre si preparava per andare a dormire, Laura le disse che c’era una cosa importantissima che doveva dirle.
“Vedi io …….. Adesso sto insieme a Marco! E’ stato lui a dichiararsi, a me piace da sempre sai? Non te l’ ho mai detto perché mi vergognavo, non sai quanto sono felice!”

Luna rimase imbambolata per qualche istante poi, con una performance degna della migliore attrice disse: “Accidenti, non me l’aspettavo, sono davvero felice per te!” pensando che in fondo non era proprio una bugia. Dopo che Laura si fu addormentata Luna ripensò al passato, a lei e a Marco, lei gli aveva sempre voluto bene ma, adesso, si rendeva conto che il suo non era quell’amore che aveva sempre creduto… Lo aveva capito guardando l’espressione raggiante di gioia di Laura… Durante il tempo in cui erano stati separati, aveva pensato a lui meno spesso di quanto avrebbe voluto ammettere. Si sentiva triste e sciocca e pianse un po’. Adesso, ne era sicura, avrebbe potuto voler bene a Marco come a “uno di famiglia” . Le venne in mente la reazione di Brad quando gli aveva detto di Marco, stranamente , le faceva piacere che fosse diventato di cattivo umore; chissà
perché. I giorni trascorsi con i suoi amici le parvero volare, prima di tornare in Scozia si ricordò di prendere dei regalini per il nonno, Brad e la signora Cornelia Pensò che avrebbe voluto comprare qualcosa a Mary ma lei era un fantasma, qualunque cosa avesse scelto, non le sarebbe servito, concluse tristemente Luna. Improvvisamente le venne in mente una cosa, tornò alla sua vecchia casa, chissà se c’era ancora si domandò mentre attraversava la casa abbandonata, i ricordi le si affollarono alla mente, ma lei li lasciò fare. Raggiunse la porta dello studio di sua mamma, aprì l’ultimo cassetto della scrivania e la trovò, era ancora lì.

Prese la lettera color lavanda poggiata sul fondo del cassetto, la ripose nel suo zainetto e si affrettò a raggiungere i suoi amici che l’aspettavano per accompagnarla all’aeroporto.

fine capitolo 5

manca + poco alla fine!!

buona lettura!

 
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Dre@mer
view post Posted on 19/6/2007, 15:24




Ti dirò, ho letto l'ultima parte mentre mi preparavo per l'esame di cinese, e continuava a trottarmi in testa :) !! Il ché significa che mi è davvero piaciuta ^_________^ !!!
Speravo avessi inserito qualche nuova parte, ma visto che nessuno commentava le ultime, è normale che tu abbia aspettato! Confermo, per quanto mi riguarda, l'ipotesi che avevi avanzato, secondo cui è più piacevole avere diverse parti da leggere insieme, per il lettore XD !! E poi sono impaziente di scoprire il tuo romanzo, eh!!
Tornando al Giardino Segreto, mi piace molto la combinazione di scene "normali" (scuola e amici) con quelle paranormali (i fantasmi e gli spiriti *____* !), oltre che il ritmo narrativo sostenuto (non ci sono fasi di pura descrizione o possibile noia di lettura, brava!)
Avrei giusto un piccolo commento sull'evoluzione forse un po' troppo rapida dei sentimenti di Luna... voglio dire, perché, da innamorata di Marco, reagisce con tanta calma e si concentra coì velocemente su Brad ?
scusami, quando si parla di psicologia dei personaggi sono terribilmente pignola... ç___ç gomen!
E poi mi hai lasciata col dubbio : cos'è quella lettera color lavanda?______? Me curiosaaaa :P !
 
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Misuzu
view post Posted on 22/6/2007, 12:15




CITAZIONE (Dre@mer @ 19/6/2007, 16:24)
Ti dirò, ho letto l'ultima parte mentre mi preparavo per l'esame di cinese, e continuava a trottarmi in testa :) !! Il ché significa che mi è davvero piaciuta ^_________^ !!!
Speravo avessi inserito qualche nuova parte, ma visto che nessuno commentava le ultime, è normale che tu abbia aspettato!

Sono felice che tu abbia letto e che ti sia piaciuta!! :D non ho + inserito nulla perché non ho + visto commenti e perché in questi giorni ho dato due esami: uno di chimica e uno di metodologia della storia dell'arte....... :wacko:



CITAZIONE
Avrei giusto un piccolo commento sull'evoluzione forse un po' troppo rapida dei sentimenti di Luna... voglio dire, perché, da innamorata di Marco, reagisce con tanta calma e si concentra coì velocemente su Brad ?

in realtà Luna nn é mai stata veramente innamorata di Marco, la sua era una cotta e lo dimostra il fatto che, nonostante sia stata via parecchio non gli ha MAI telefonato...
infatti dopo aver saputo di Marco e Laura si sente triste ma anche felice per loro e capisce di non essere davvero innamorata........

A me é successa una cosa simile...... per cui può succedere!


ed ecco il nuovo capitolo!

CAPITOLO 6

Una volta in aereo, aprì il diario di Mary e cominciò a leggerlo: dalle sue pagine traspariva tutta la gaiezza e l’ingenuità di una bambina della sua età. Vi aveva scritto le piccole cose di ogni giorno, Luna continuò a sfogliarlo finché non lesse il nome di un uomo “ John”, si soffermò su quelle pagine, era un ragazzo di cinque anni più grande di Mary, quindi doveva avere diciassette anni all’epoca.

Era aiuto giardiniere, quel ragazzo era simpatico a Mary però una volta rimasti soli aveva cominciato a toccarla, le diceva di lasciarlo fare e lei aveva molta paura.
“L’aveva violentata!” pensò scandalizzata Luna, tutto ciò era andato avanti per parecchio tempo, finché la bambina non aveva tentato di ribellarsi, minacciando di raccontare tutto a suo padre. Poi, pagine bianche, solo pagine bianche: quel ragazzo l’aveva uccisa! Probabilmente aveva paura di essere scoperto, così aveva pensato di eliminarla; che essere spregevole! Luna si ripromise di scoprire chi era e di farlo arrestare. Era sicuramente rimasto impunito il bastardo, se fosse stato ancora vivo, avrebbe avuto circa settant’anni. “ Un momento” pensò Luna “ settant’anni, giardiniere e si chiamava John!” Allora, era l’uomo che l’aveva rimproverata perché era entrata nel giardino! Ora che ci pensava, in effetti, anche altre persone l’avevano vista entrare nel giardino, ma solo lui l’aveva sgridata! Tutto tornava perfettamente, era questo che Mary voleva da lei, però sua zia, le aveva detto di leggere il diario e di trovarla. Di sicuro, pensò Luna, si riferiva al suo cadavere, in effetti, se un corpo rimane insepolto è difficile che il suo spirito possa riposare in pace. Sicuramente le spoglie di Mary si trovavano da qualche parte nel giardino, se le avesse trovate, avrebbe potuto dimostrare che ciò che era scritto sul diario, corrispondeva alla verità!

“ Segui il volo dell’uccello dal petto rosso.” Questo era l’indizio che Mary le aveva dato per trovarla.

Il viaggio questa volta le parve più breve del precedente, ad attenderla alla stazione non trovò solo la signora Cornelia, ma anche il nonno e Brad. Li abbracciò tutti quanti e tornarono tutti al castello, compreso Brad. Luna diede loro i regalini che aveva comprato poi si ricordò della lettera che aveva trovato a casa. Prese la busta color lavanda e la porse al nonno: “ Questa è per te, da parte della mamma.” Il nonno la guardò perplesso e prese la lettera, “ Da parte di Emily?” domandò “ Non capisco come….” Luna sorrise “ Mamma diceva sempre che, prima o poi sarebbe venuta a trovarti o tu saresti venuto da noi. Nel caso in cui non fosse più riuscita a rivederti, ti avrebbe spedito questa lettera, mi disse che conteneva i suoi veri sentimenti. Spero che la leggerai, ah! Ora che mi ricordo, anche papà ti ha scritto, nella busta dovrebbero esserci due fogli.” Il conte aprì la busta e cominciò a leggere la prima lettera, mentre i suoi occhi scorrevano le righe iniziò a piangere, poi lesse anche la seconda e quando l’ebbe terminata stava singhiozzando. La signora Cornelia l’osservava con un’espressione incredula, quando si fu asciugato le lacrime disse con rammarico: “ Ah, se solo fossi stato meno cocciuto! Sapevo che tuo padre doveva essere un brav’uomo, perché è stata proprio la mia Emily a sceglierlo!” dopo un poco aggiunse “ Sai, tante volte sono stato sul punto di venire a Genova, ma poi mi dicevo che voi c’eravate sempre. In qualunque momento avessi voluto, potevo prendere un aereo e venirvi a trovare, finché non è stato troppo tardi!” concluse amareggiato. “Ormai è inutile piangere sul latte versato, da adesso in poi possiamo recuperare il tempo perduto!” esclamò Luna, “ Già, hai ragione.”

Finito il pranzo Luna e Brad si ritirarono nella camera di Luna, con Luny che le faceva le fusa sopra al letto, Luna diede il diario a Brad. Anche lui provò lo stesso senso di repulsione di Luna: “ Sai chi è questo John?” le chiese “ Sì, è il giardiniere che lavora qui. Però, il diario non è una prova sufficiente, dobbiamo trovare il corpo di Mary . Credo che si trovi nel giardino e Mary mi ha anche dato un indizio.” “ Voi andare ora?” le chiese Brad “ Sì.” Rispose Luna, più tempo passava, più Mary soffriva. Uscirono dal castello e raggiunsero il giardino, Luna ripensò a quello che Mary le aveva detto “ Segui il volo dell’uccello dal petto rosso”. “ Cosa dobbiamo fare?” le chiese Brad “ Cerca un pettirosso.” Rispose Luna, entrambi cominciarono a guardarsi intorno ma non era facile, cercare un uccellino in un giardino così grande. Dopo molto tempo, Luna sentì un canto e seguendolo trovò l’uccellino posato sul ramo di un pino. “Eccolo è qui!” esclamò e quando Brad la raggiunse il pettirosso spiccò il volo e i due con Luny alle calcagna lo seguirono. Il pettirosso volò nel folto del giardino, scese verso il suolo e scomparve in una fenditura del terreno.

Osservandola meglio i due ragazzi scoprirono che si trattava di una piccola voragine, vi si calarono e proseguirono dietro alla loro guida canterina: erano nelle fognature. L’odore non era sgradevole, vista la grande apertura che permetteva all’aria e alla luce di passare.

Dopo qualche minuto di cammino la videro: il corpo era ancora intatto, i capelli biondi erano sparsi al suolo, gli occhi chiusi, attorno al collo bianco dei segni rossi e piagati, segno che era stata strangolata, il vestitino azzurro lacero e consunto dal tempo. Se aveva potuto salvarsi dalla decomposizione, era stato solo, grazie alla forza spirituale della bambina. “ Mary, ti abbiamo trovata finalmente! Ti porteremo via da questo brutto posto, sta tranquilla!” esclamò Luna. “ Non sarebbe meglio avvisare prima tuo nonno? Così ci darà anche una mano a portarla fuori.” Suggerì Brad. “ Hai ragione, andiamo a chiamarlo.” Approvò Luna. Tornarono di corsa al castello e trovarono il conte: “ Nonno, devi venire con noi è urgente!” esclamò Luna “ Cos’è successo? Sembrate agitatissimi voi due.” “ L’abbiamo trovata, abbiamo trovato Mary! Devi aiutarci a portarla fuori di lì!” lo pregò Luna. “ Tesoro cosa stai dicendo? Mary è scomparsa quando aveva dodici anni!” esclamò la signora Cornelia. “ Infatti, noi stiamo parlando del suo corpo, l’abbiamo trovato in giardino!” precisò Brad “ Non è possibile, al tempo abbiamo setacciato tutto il castello per trovarla!” esclamo il conte. “ Forse non hai ispezionato le fogne sotto al giardino.” Disse Luna. Il conte sembrò valutare quella possibilità poi esclamò: “ Andiamo! Venga anche lei Cornelia!”.

Ripercorsero la strada di poco prima e ridiscesero nella fenditura, fino a raggiungere il corpo senza vita “Mary!” esclamò il conte, “ Signorina Mary!” gemette Cornelia, i due accorsero accanto al piccolo corpo inanimato. “ Ecco, dov’eri finita!” esclamò amareggiato il conte “ E io che ho sempre sperato che si fosse persa, ma che fosse ancora viva da qualche parte!” si disperò la povera donna. “ Ma come hai fatto a….. ?” chiese a Luna suo nonno “ E’ stata Mary, lei mi ha detto di venire qui. Il suo spirito vaga inquieto in questi luoghi, finché non sarà seppellita e il suo assassino non sarà arrestato, non troverà pace.” Rispose Luna “ Il suo assassino?” ripeté attonito suo nonno “ Signor Conte, osservi questi segni sul collo, è stata strangolata!” esclamò Cornelia “ Nonno, ascoltami bene: leggi questo.” disse Luna porgendogli il diario di Mary “ Leggi subito le ultime pagine!” Era consapevole di infliggergli una grande ferita, ma quell’uomo andava arrestato, prima che diventasse pericoloso. Il Conte cominciò a leggerlo a voce alta, fino alle ultime pagine “ La mia bambina, quel verme l’ ha …. E io non solo non mi sono mai accorto di nulla, ma ho anche continuato a dargli un lavoro!” esclamò scosso dalla collera.

“Esatto, umiliante,vero?” John era apparso vicino a loro e li fissava con una rivoltella in mano.


fine capitolo 6
 
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kurumi78
view post Posted on 27/6/2007, 22:32




ti chiedo scusa se ho ritardato così tanto nel commentare, ma tra un piccolo periodo al mare e cambiamenti vari non trovavo il giusto raccoglimento per assaporare il tuo racconto! ma adesso eccomi!
Ma qui siamo tutte prese per la Scozia! no perchè possiamo fare un pullman e farci un bel tour!

non conosco il libro che hai citato all'inizio, ma sei stata bravissima nella stesura della storia, è tutto molto fluido, spiegato bene, non ci sono punti vaghi, dunque anche se non conosco il libro, non mi sento affatto spaesata!

me lo sentivo che Brad perdeva la testa per Luna, e pure che al ritorno in Italia avrebbe trovato i suoi amici "fidanzati"
Chissà come finirà con Brad!

Sei sempre più drammatica! E scrivi anche di temi difficili come la violenza su minori! WOW

Ma il nonno 90enne non è un pò troppo arzillo? Lavora ancora? e cosa farà mai? LOL
Ma che tristezza la prima cena di Luna.... tutta sola e con un solo piatto di minestra fredda! sei stata proprio crudele

solo questo non ho capito bene:
CITAZIONE
“ Sono Mary. Guarda sotto al fiore rosso, l’uccellino è nell’uovo, se non lo rompe morirà senza nascere. L’uovo è il mondo.”

non l'ho capita? l'uovo è il mondo? cosa mi sto perdendo? non è mica una qualche citazione?

aspetto la conclusione, mi raccomando però, non trascurare gli esami!
 
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Misuzu
view post Posted on 29/6/2007, 10:55




CITAZIONE (kurumi78 @ 27/6/2007, 23:32)
Sei sempre più drammatica! E scrivi anche di temi difficili come la violenza su minori! WOW
Ma il nonno 90enne non è un pò troppo arzillo? Lavora ancora? e cosa farà mai? LOL
Ma che tristezza la prima cena di Luna.... tutta sola e con un solo piatto di minestra fredda! sei stata proprio crudele

solo questo non ho capito bene:
CITAZIONE
“ Sono Mary. Guarda sotto al fiore rosso, l’uccellino è nell’uovo, se non lo rompe morirà senza nascere. L’uovo è il mondo.”

non l'ho capita? l'uovo è il mondo? cosa mi sto perdendo? non è mica una qualche citazione?

aspetto la conclusione, mi raccomando però, non trascurare gli esami!

Grazie per il commento Kurumi!

per risponderti: la scena all'inizio l'ho fatta apposta così per far sentire di + il distacco di Luna dalla sua vita di prima....

La frase in questione é una metafora un pò criptica.... Mary é un fantasma e ho fatto in modo che parlasse per indovinelli....... non vorrei fare spoiler a spiegarlo...... Mary é morta bambina, non sapeva ancora nulla del mondo, quindi era come un uccellino che muore perché non riesce a rompere il guscio dell'uovo......
 
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Misuzu
view post Posted on 1/7/2007, 15:41




ed eccoci alla fine!

CAPITOLO 7

L’uomo che aveva ucciso Mary sogghignava davanti a loro malignamente: “Maledetto!”esclamò il conte facendo l’atto di gettarsi contro di lui, un colpo di pistola lo colpì in un piede e il conte ricadde su se stesso gridando. “ Signore!”,
“Nonno!” esclamarono Luna , Cornelia e Brad, impassibile John proseguì il suo discorso, “ Come sapete, ho già ucciso la piccola Mary. Ora che sapete il mio segreto, dovrò uccidervi tutti.” Concluse puntando la pistola contro Luna. Il colpo partito dalla canna dell’arma l’avrebbe uccisa, se Brad non le avesse fatto da scudo ricevendo il colpo su una spalla.

“Brad!” gemette Luna, il ragazzo si accasciò a terra. “ Interessante, vuoi salvare la tua ragazza… ..”. L’uomo l’afferrò per un braccio, “ mm, che carina!” esclamò dopo averla fissata, Luna tremò di paura, la costrinse a girarsi e poi la strinse a se, le infilò una mano sotto la camicetta. In un attimo di panico, Luna volse lo sguardo per tutta la galleria, possibile che non ci fosse nessuno spirito lì intorno? Li vide: Watery e Fairy, lo spirito dell’acqua e quello del fuoco, stavano giocando in fondo alla galleria. Erano spiriti superiori, chissà se l’avrebbero ascoltata, si domandò Luna, la mano callosa dell’uomo le si infilò sotto al reggiseno, per accarezzarle i seni. Luna gridò e poi cominciò a pregare: “ Fairy, Watery: aiuto! Aiutatemi per favore! Aiuto!” gridò singhiozzando, terrorizzata dalla paura. I due spiriti smisero di giocare e si voltarono a fissarla, per un orribile momento pensò che si sarebbero voltati e se ne sarebbero andati. “ Cosa gridi ragazzina? Nessuno può sentirti!” John, le posò una mano sulla parte inferiore del corpo. Fu un lampo: i due spiriti volarono verso di loro, dal corpo minuscolo di Fairy si sprigionaro fiamme scarlatte, che avvolsero l’uomo. John gridò di terrore e Brad ne approfittò per strappare Luna dalle sua braccia e trascinarla via, caddero seduti sul suolo umido della fogna e osservarono l’uomo che urlava e si dibatteva. Nel disperato tentativo di spegnere le fiamme, si avvicinò all’ acqua dello scarico, una mano emerse dal liquido fetido, lo afferrò per i pantaloni e lo trascinò giù, sempre più giù, fino a scomparire alla loro vista. Quando dopo quindici minuti il suo corpo riemerse, l’uomo era privo di vita.

Watery e Fairy ricomparvero vicino al suo corpo, Luna li abbracciò e li ringraziò con le lacrime agli occhi: “ Grazie, Fairy, Watery. Non so dirvi quanto vi sono grata!” esclamò rivolta ai due spiriti dalle sembianze maschili: Fairy aveva corti capelli di fiamma e occhi dorati mentre Watery aveva una fluente chioma d’acqua e occhi blu. “ con chi stai parlando?” le chiese suo nonno sorridendo “ Con Watery, lo spirito dell’acqua e Fairy, lo spirito del fuoco.” “ Ringraziali da parte mia per averci salvato.” Le chiese il nonno sorridendo. Luna annuì e osservò Brad: non riusciva a rialzarsi e perdeva copioso sangue scuro nel punto in cui la pallottola l’aveva colpito, anche il piede di suo nonno sanguinava, non sarebbero riusciti a uscire dallo stretto pertugio da soli e nessuno avrebbe potuto udire le loro grida. “ Per favore, potreste chiamarmi Silfh?” chiese ai due spiriti, essi annuirono e scomparvero, dopo pochi secondi comparve lo spiritello dell’aria:
“ Porta la mia richiesta d’aiuto al castello e prendi pure la mia voce!” esclamò Luna. “Va bene.” Le rispose dolcemente Silfh, con le mani incorporee le sfiorò la gola, poi volò via e dall’interno della galleria, tutti sentirono chiara e forte la voce di Luna che gridava.

Fu questione di qualche minuto e tutti i domestici si precipitarono sul posto, nella grande agitazione che ne seguì un’ambulanza li portò via tutti e quattro e dopo appena un’ora si ritrovarono tutti all’ospedale. Il Conte e Brad si trovavano in due lettini nella stessa stanza, il primo aveva un piede fasciato mentre il secondo una spalla, in ogni caso, se la sarebbero cavata entrambi senza problemi. Il Conte fu dimesso dopo cinque giorni mentre Brad avrebbe dovuto rimanere un po’ di più. Luna gli stava sempre vicino e si sentiva in colpa per quanto accaduto, Brad si accorse di cosa la turbava e le domandò “ Si può sapere perché non mi guardi più negli occhi?” “Non ne ho il coraggio.” Gli rispose lei “ Come sarebbe a dire? Ti ho protetta perché volevo farlo, quindi per quale ragione dovresti sentirti in colpa?” “ Perché io…” rimase interdetta, perché mai le si stringeva il cuore nel vedere Brad ferito? Cos’era quello strano sentimento? Brad l’afferrò per un braccio e l’attirò a sé, la baciò prima che Luna potesse rendersi conto di qualcosa. “ Era questo, vero?” le chiese quando le loro labbra si separarono, “ Sì” rispose Luna sorridendo.

Quando anche Brad fu dimesso, Luna chiese al nonno di cremare il corpo di Mary e poi di seppellire le sue ceneri nel giardino. Il giorno fissato si riunirono tutti insieme e Luna scavò una piccola buca sotto al fiore rosso, nel luogo dove aveva trovato la chiave, vi seppellì l’urna e si alzò in piedi, Mary era seduta su un ramo di un albero lì vicino. Le sorrise e le disse: “ Grazie di cuore Luna, grazie a tutti.” Due piccole ali le spuntarono sulla schiena, si aprirono lentamente e Mary si alzò in cielo, volò sempre più in alto fino a scomparire alla sua vista.

Ora Mary era felice, si disse Luna e quando si voltò vide che anche il nonno, Brad e la signora Cornelia stavano fissando lo stesso punto del cielo. A volte, pensò Luna, i miracoli posso avvenire.


FINE.
 
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kurumi78
view post Posted on 1/7/2007, 20:32




confermo sei sempre più drammatica! il cattivone era proprio perfido e crudele!!!!!!! image

meno male che tutto è finito per il meglio!

quando ho letto di Fairy e Watery sono andata a riprendere le Carte di Clow! image ma che mi fai fare?
 
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Misuzu
view post Posted on 5/7/2007, 23:26




CITAZIONE (kurumi78 @ 1/7/2007, 21:32)
confermo sei sempre più drammatica! il cattivone era proprio perfido e crudele!!!!!!! image

meno male che tutto è finito per il meglio!

quando ho letto di Fairy e Watery sono andata a riprendere le Carte di Clow! image ma che mi fai fare?

bhé si nel finale sn andata nel drammatico....... però a me piacciono i lieto fine e quindi alla fine ho sistemato tutto!

é vero! quei nomi mi sono subito venuti in mente é che semplicemente Water e Fire non mi piacevano troppo..... e quindi mi é venuto in mente di usare quei nomi.... secondo te ho fatto male? :unsure: é che quei nomi mi sono saltati alla mente proprio mentre scrivevo.....
 
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15 replies since 30/5/2007, 09:38   1676 views
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