L'Alchimia delle Parole

Dream World (titolo provvisorio), romanzo

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Misuzu
icon1  view post Posted on 5/7/2007, 23:35




Eccomi qui a cominciare a postare il mio primo romanzo.... premetto che il titolo fa ca**** :sick: purtroppo i titoli non sono il mio forte.... :(
anzi se, leggendo, a qualcuno venisse un idea per un titolo + decente... lo dica pure tranquillamente! ;)

(mi sono accorta proprio ora che microsoft word non funge :cry: .... appena lo sistemo posto.. :cry: )
 
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Hikuraveku
view post Posted on 6/7/2007, 12:41




OOOOH! Peccato!!!A dire la verità il titolo mi ha attirata immediatamente! Non vedo l'ora di leggere Misuzuchan!!!! :*eheh*:
 
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kurumi78
view post Posted on 6/7/2007, 13:05




e tu non mi hai anticipiato nulla!
così te inizi a postare il romanzo e non mi fai soffiate? cattiva

per il titolo.... aiutarti adesso è un pò presto... non sappiamo ancora nulla image
 
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Yoh!!!
view post Posted on 8/7/2007, 18:55




Wow, un romanzo, voglio leggerlo anche io, postalo presto!!!
tra l'altro ho notato che ti piace Takuto, ormai il manga è quasi finito, ma i punti oscuri rimangono!!! Io preferisco il cagnolino, anche se fa una image brutta riuscita, che peccato, speriamo che si riscatti!!!
 
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Misuzu
view post Posted on 28/7/2007, 13:07




Prologo

Caro lettore, che ti appresti a leggere questo libro, colgo l’occasione per ringraziarti dell’acquisto, sperando che il libro ti piaccia. L’ ho scritto con lo scopo di permettere ai lettori di fare un viaggio. Un viaggio lungo un sogno, che vi conduca nel mondo creato dalla fantasia di una ragazza di 18 anni, un luogo dove vivere tante storie diverse, visitare posti lontani restando comodamente seduti sui vostri divani, o dovunque leggerete questo libro. Quando il sogno finirà, spero che ti resterà qualcosa, una scheggia di vetro colorato nel profondo del tuo animo.








... questo prologo l'ho scritto troooooppo tempo fà e quindi magari lo cambierò in futuro ma per ora rimane ...
 
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kurumi78
view post Posted on 28/7/2007, 15:21




image bell'inizio piccola!
 
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Hikuraveku
view post Posted on 30/7/2007, 10:34




Anch'io trovo che sia un prologo magnifico!!! image Ha l'aria di una storia magica e surreale sin dalla prima parola!!! image Non vedo l'ora di leggere il resto!!!!OS Misuzuchan!!!! image
 
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Misuzu
view post Posted on 31/7/2007, 19:22




sono felice che il prologo vi piaccia! image avendolo scritto troppo tempo fà non ne ero tanto sicura!

Capitolo 1

Incontro sotto la pioggia

Pioggia, la pioggia fredda le cadeva sui capelli biondi, impietosa, non si fermava nemmeno per un’ attimo, piccole e grandi pozzanghere si andavano formando sulla strada ma Luna non si muoveva.

“Mostro! Non voglio più vederti!” le ultime parole che sua madre le aveva gridato in preda alla follia le riecheggiavano nella mente. Tutto il suo mondo andava frantumandosi attorno a lei e non poteva far nulla per impedirlo. Un mese fa, tornando da una delle solite gite domenicali in campagna, la loro macchina era stata investita in pieno da un camion, suo padre era morto e sua madre era rimasta ferita gravemente, la cosa incredibile, era che lei non si era fatta nulla. Nonostante i sedili posteriori fossero stati completamente distrutti, lei era incolume, lo avevano chiamato “miracolo”, ma Luna sapeva che non era così; non poteva essere così fortunata e non era la prima volta che una cosa del genere accadeva. Luna non aveva mai visto il colore del suo sangue, a volte pensava che, se si fosse soffermata a osservarlo, avrebbe scoperto che il suo colore non era rosso, ma bensì bianco o forse non lo possedeva del tutto. Sua madre era sempre stata una donna fragile, ansiosa e spesso nervosa che si appoggiava completamente al marito, una volta mancatole il suo sostegno, il suo sistema nervoso, già duramente provato, era crollato definitivamente.

Da un giorno all’altro Luna si era ritrovata sola, non voleva vivere con i suoi zii, gli unici parenti che avesse, il fratello di suo padre era un dirigente d’azienda, non amava i bambini e non aveva figli, inoltre aveva sempre criticato sua madre. Non voleva accettare la pietà di nessuno, tanto meno quella di una persona che non si era mai curata della sua famiglia. La villetta famigliare dove viveva era di proprietà dei suoi genitori, ora era sua, avrebbe trovato un lavoro e in qualche modo se la sarebbe cavata. Questi pensieri ottimistici alleviavano un po’ la sua disperazione, concedendole un po’ di speranza.

Lentamente si avviò per la strada di casa, non si accorse però che una figura scura la stava seguendo, nascosta nell’ombra dei giardini pubblici, che si susseguivano verso la sua casa. Davanti all’uscio trovò un piccolo gattino nero, fradicio di pioggia, miagolava flebilmente fissandola con grandi occhi verdi. Era simile a lei, pensò Luna: bagnato, infreddolito e solo. Quella strana somiglianza la fece sorridere, si chinò a raccogliere il piccolo animale e lo portò in casa, l’improvvisa sensazione di vuoto che la avvolse una volta entrata, l’avrebbe spinta a fuggire nuovamente, se non fosse stato per il piccolo nuovo amico. Posò delicatamente il gattino sul tavolo, prese un’ asciugamano e cominciò ad asciugarlo lentamente, mentre pensava a un nome da dargli. “ Dunque, cosa ne pensi di Nero? No, troppo scontato… Vorrà dire che ci penserò un po’ e poi ti saprò dire, va bene?” era strano come la sola presenza di una compagnia l’avesse tirata su di morale. Lo sguardo le corse al telefono e alla spia lampeggiante della segreteria, qualcuno aveva chiamato. “ Ciao, sono Lew, sei in casa? Va tutto bene? Tra poco vengo lì!” Luna sospirò, almeno non sarebbe stata sola, ma domani? E dopo?

Il suono del campanello la distolse dalle sue congetture, aprì sorridendo la porta a Lew. Si conoscevano da tre anni ormai, ed erano praticamente una coppia, anche se, ancora non si erano detti nulla di preciso. Un ragazzo alto e snello entrò in casa, sbatté le palpebre sugli occhi dorati e si passò una mano fra i capelli biondo-castani. In passato per via dello strano colore dei suoi occhi il ragazzo, veniva preso in giro e isolato dagli altri. C’erano anche stati alcuni tentativi di maltrattamento, ma Lew sapeva il fatto suo, e conciava per le feste quanti lo disturbavano; però, rimaneva sempre da solo, senza un’ amico : Luna si era avvicinata a lui e in breve erano diventati inseparabili. “ Ciao, come stai?” le domandò preoccupato, Luna, felice di poter parlare con qualcuno, gli raccontò tutto ciò che era successo fino al quel momento. Lew la ascoltò con attenzione e poi le chiese se aveva qualche idea su come andare avanti. Luna desiderava finire la scuola, trovarsi un lavoro e mantenersi, ma come? Avrebbe dovuto trovare un lavoro part-time. Tutti quei discorsi le sembravano parlare di un futuro lontanissimo, eppure erano il suo domani. Le scorrevano nella mente idee e pensieri sconnessi, come le luci delle auto che si riflettevano sui vetri delle finestre. “ va tutto bene?” le chiese Lew, “ Guarda che non devi sforzarti. Qualche volta, puoi anche lamentarti” a quelle parole, il grosso groppo che sentiva sul cuore si sciolse e cominciò a piangere. Finora si era trattenuta inconsapevolmente, adesso, mentre singhiozzava aggrappata a Lew, si sentiva liberata da un grande peso. Dopo essersi sfogata per bene, si rese conto che era tardissimo e il ragazzo dovette salutarla e scappare via. Luna, spossata dagli avvenimenti del giorno si accasciò sul pavimento, il gatto le si acciambellò fra le braccia, e senza accorgersene, la ragazza si addormentò.

Fu svegliata bruscamente dallo squillo imperioso del telefono, ancora assonnata, non riuscì a rispondere in tempo e si inserì la segreteria telefonica. Una voce maschile e metallica si diffuse nell’etere “ Pronto, sono Steven,” Luna non lo conosceva, scattò in piedi e si affannò a raggiungere l’apparecchio “ Pronto, sono Luna” “Ah, allora, c’è qualcuno! Vorrei parlare con i tuoi genitori, non importa quale.” “Sicuramente non l’ ha saputo; ma mio padre è morto il mese scorso e mia madre è ricoverata in un’ ospedale psichiatrico.”
Il tono della voce di Luna avrebbe voluto essere distaccato, eppure in essa c’era un lieve sarcasmo. Nonostante la persona dall’altra parte del ricevitore non le avesse fatto nulla, Luna provava per questi un’avversione spontanea. “ Capisco, allora lo chiedo direttamente a te. Tempo fa ho prestato ai tuoi un’ oggetto molto importante e, ora lo rivorrei indietro.” Il tono di voce dell’uomo era pacato, freddo. Luna sentì un rumore e si girò verso il tavolo: il gattino aveva tutto il pelo aizzato, le unghie piantate nel tavolo e soffiava furiosamente. “ Mi spiace, ma non ne so nulla. Mi può dire di cosa si tratta?” “ Una pietra azzurra, piccola e di forma triangolare.” “ Non ho mai visto nulla di simile a casa mia, ma proverò a cercare!” “ Ti ringrazio, tra qualche giorno passerò da casa tua per riprenderla.” Appena appoggiato il telefono, Luna venne colta da un improvvisa curiosità di trovare l’oggetto che il misterioso interlocutore le aveva chiesto. Entrò nella camera dei suoi genitori, la macchietta nera del gattino la seguì e, miagolando, le indicò con una zampina un grande armadio a muro, dove erano riposti i vestiti invernali. Anche se non sapeva cosa la spingeva a seguire i consigli dell’animale, Luna l’ aprì e cominciò a rovistare fra i vestiti, tra i cassetti, negli scrigni ma non trovò nulla che corrispondesse alla descrizione dell’uomo misterioso. Si rivolse allora, sconsolata verso Nero, questi appoggiò una zampa sul terzo cassetto della cassettiera gialla . “ Ma se ci ho già guardato!” sbuffò Luna, il gatto scosse la testa, come a dire “guarda meglio!” La ragazza riaprì il cassetto; era vuoto poi, ebbe un’intuizione, l’aveva visto fare in molti film, perché non provarci? Corse a prendere un cacciavite e con quello, divelse la superficie di legno, vi era infatti una piccola cavità, al cui interno, Luna vide un grosso e vecchio libro assieme a una pietra azzurra di forma triangolare. Estrasse i due oggetti e li esaminò: la pietra non sembrava niente di speciale, una semplice acquamarina, il libro attirò la sua attenzione, era rilegato in pelle e vi erano ricamate delle piume d’argento. L’aprì, all’interno vi erano delle scritte, in una lingua che Luna non aveva mia visto, cominciò a sfogliarlo e si accorse ben presto di essere in grado di leggerlo perfettamente.

Ora che ci rifletteva meglio, si ricordò che, quando era piccola, sua madre le aveva insegnato a leggere quella lingua, il volume che teneva tra le mani, altro non era che…. Un libro di incantesimi!! Cosa ci faceva un oggetto del genere a casa sua? Perché era stato nascosto in un luogo simile? Mentre lo leggeva, sentì qualcosa nascerle nel petto, come se quello, fosse ciò di cui aveva sempre avuto bisogno. Come in trance, chiuse gli occhi e poi pronunciò la parola “ Accettazione!”, quando li riaprì si trovò avvolta da un vortice d’acqua e nell’aria volteggiavano leggere, piume bianche. Accecata da quella visione, perse i sensi.

Fu risvegliata da una voce insistente, che le ripeteva “ Svegliati, presto, per amor del cielo!” Luna si alzò di scatto, ma nella penombra della camera, non vide altro che il gatto, “Meno male, cominciavo a preoccuparmi, alzati e vestiti, dobbiamo andarcene subito!” A sbraitare era proprio il piccolo felino! Luna rimase senza parole, pensò di gridare, spalancò la bocca e poi la richiuse “ Si può sapere cosa stai facendo? Avrai tempo dopo per sbalordirti! Forza, tra non molto cominceranno ad arrivare!” Qualcosa, nell’urgenza del suo tono di voce, la convinse ad alzarsi e a vestirsi “ prendi il libro e la pietra, andiamo: è già qui!” esclamò guardando fuori dalla finestra, Luna scorse un uomo grande e grosso; accanto a lui c’era un uomo più anziano che indossava una tunica e un mantello neri, che si confondevano nell’oscurità della notte.
Luna seguì il gatto che le faceva strada, Nero si fermò davanti al ripostiglio delle scope
“Apri!” le ordinò imperiosamente, lei spinse la porta in avanti incapace di obiettare qualcosa. Il ripostiglio era piccolo e angusto, come l’ultima volta che l’aveva visto, il gatto addentò il grande tappeto rosa che copriva il pavimento, tirò con forza e sotto di esso, rivelò la presenza di una botola, di cui Luna ignorava l’esistenza. Non aveva bisogno di chiedere più nulla, aprì la porta e cominciò a scendere le scale buie che vi erano al di sotto.

Luna scendeva le anguste scale del passaggio, il gatto che la seguiva a poca distanza, si voltò e, con un occhiata, fece richiudere l’apertura sopra di loro. L’ oscurità era totale e Luna non vedeva più nulla, quando un globo di luce si generò sulla coda dell’animale. La ragazza seguendo il gatto scese la lunga scala e poi un corridoio, apparentemente senza fine. La sua espressione era incredula, stava seguendo un gatto parlante, in una sorta di passaggio segreto nascosto sotto la dispensa, di cui, per giunta, aveva sempre ignorato
l’ esistenza! Per quale motivo poi? Per scappare da un losco figuro che tentava di entrare con la forza in casa sua, un uomo, probabilmente pazzo, che credeva di essere il fratello di Mago Merlino! Tutto ciò non aveva senso ma, quell’uomo le faceva paura, molto più del gatto parlante, senza contare che, una persona per bene, non entra in casa degli altri senza essere invitato!

“ Dove porta questo passaggio?” chiese al felino “ Fuori di qui, ed è ciò che più mi preme, ora come ora. Più distanza mettiamo, tra noi e quell’uomo, meglio è! Cerca di accelerare il passo per favore!” Luna annuì e, senza più domandare altro seguì Nero, o chiunque fosse, fino a che si trovarono di fronte a un vicolo cieco. “Oh no! E ora come facciamo? Siamo spacciati!” esclamò disperata Luna, “ Non preoccuparti, ora riassumerò le mie vere sembianze. Non gridare, mi raccomando!” ciò detto, un alone verde avvolse il gatto e Luna vide la sua forma ingrandirsi e mutare, la luce era talmente intensa, che la ragazza dovette distogliere lo sguardo. Quando la luminosità si smorzò e Luna poté riaprire gli occhi, al posto del piccolo gatto, vide un essere di incredibile bellezza: una pantera nera, sul cui dorso spuntavano due grandi ali da farfalla di colore verde smeraldo. Prima che potesse riprendersi dallo stupore, l’animale aprì le fauci e una sfera di energia color verde pallido, si andò materializzando, fino a raggiungere le dimensioni di un pallone da calcio. A quel punto, Nero la scagliò contro la parete con un movimento del capo. Il muro di roccia si sbriciolò, come se fosse stato di cartone, e Luna e Nero ne oltrepassarono i resti con un balzo. “ Salì!” le intimò la bestia e la ragazza si ritrovò, suo malgrado, costretta a obbedire, senza avere neanche un momento per pensare. Non appena si fu aggrappata al collo di Nero, quest’ultimo, con un balzo, volò nel cielo notturno trapuntato di stelle. Luna rimase senza fiato, attraversarono la città addormentata in un battito d’ali e Nero planò davanti alla casa di Lew.

“Chi sei? Chi era quell’uomo e come mai mi hai portata a casa di Lew?” domandò con aria sconcertata. “ Una cosa alla volta, il mio nome è Spine Sun, gradirei che mi chiamassi così, d’ora in poi. Ora sarà meglio farci aprire, dobbiamo agire prima che ci raggiungano!” ciò detto sollevò una zampa e suonò alla porta. Lew, aprì subito il portone, li fissò per un attimo e poi si fece da parte per farli entrare. Richiusosi la porta alle spalle, il ragazzo cominciò a sbraitare verso Spine Sun “ Si può sapere che diavolo ci fai tu qui? Cos’è tutta questa storia? E, soprattutto, come mai Luna è con te? Non vorrai coinvolgerla in questa assurda vicenda, spero?” il tono della sua voce era esasperato. “ Che cos’altro avrei dovuto fare, eh? Lasciare che Argas e i suoi scagnozzi la rapissero?” domandò ironicamente Spine Sun, ma, prima che i due potessero proseguire, Luna batté le mani, attirando la loro attenzione “ Adesso, gradirei qualche spiegazione, sempre se non vi spiace, ovviamente!” La frustrazione e la rabbia le trasparivano in viso e il tono pieno di sarcasmo con cui aveva pronunciato quelle parole, non ammetteva repliche. “ D’accordo ma, forse, prima ci converrebbe andare da Liriel, ho molte cose da dirle. Penso sia la persona più indicata a spiegarti tutto.” Disse Spine Sun, come se stesse valutando un’ipotesi. “ Liriel? E chi sarebbe?” chiese Luna “E’ tua madre, Liriel è il nome che aveva un tempo. Ora si trova in quella casa di cura, Villa Serena, se non sbaglio..” disse Lew “ Sì, è così, non mica vorrete andarci, vero?” chiese Luna. “ Si, invece, devo parlarle. Andiamo!” esclamò Spine Sun uscendo di casa seguito da Lew. L’ultima cosa che Luna desiderava, era un’incontro faccia a faccia con la madre che, solo pochi giorni prima le aveva gridato quelle parole spiacevoli.

Nonostante ciò seguì i due amici fino all’ospedale, fino alla camere dove era ricoverata la madre e vi si fermò davanti, come paralizzata. Aprirono la porta della stanza, la donna era in piedi, appoggiata al davanzale della finestra. Quando si chiusero le porte alle spalle, il rumore la fece trasalire e voltare, la camicia da notte svolazzò attorno al corpo esile e sul bel volto dai lineamenti delicati comparve un’espressione di stupore. “Cosa ci fate voi qui? Spine Sun, che cosa significa tutto questo!” esclamò mentre il suo sguardo si spostava prima su Luna e poi su Lew. “ Noto con piacere che stai bene Liriel, sono contento di rivederti. Davvero non immagini il motivo della mia visita? Prima di tutto sono venuto, perché ero preoccupato te, in secondo luogo, per la lacrima alata e per avvisarti che il vecchio Ashrum è qui in giro.” Rispose Spine Sun “ Inoltre, lasciami dire che devi essere davvero impazzita, per lasciare un’ oggetto così pericoloso a tua figlia! Siamo dovuti scappare in fretta e furia dagli scagnozzi di Argas, cosa sarebbe successo se io non fossi stato con lei, eh? Non ci hai pensato?” concluse con una nota di sarcasmo nella voce. Liriel tremò, e strinse la figlia tra le braccia, come per fornirle quella protezione che non aveva saputo darle. “ Argas, dici? Avevo sentito qualcosa, per questo mi sono allontanata da Luna, loro cercano me. Finché io fossi rimasta con lei, l’avrei messa in pericolo, per quanto riguarda sia la lacrima alata che il libro, quando persi la memoria, li raccolse mio marito e li nascose da qualche parte, temeva che, vedendoli potessi ricordare il mio passato e abbandonarlo.” Un sorriso appena accennato le increspò le labbra, “ Ma non lo avrei mai potuto fare, anche quando sono stata pienamente consapevole di chi fossi, ho deciso di restare.” Affermò a testa alta, con lo sguardo fermo.

“ Mamma, vorresti spiegarmi tutta questa storia dal principio? Penso di star diventando matta: il gatto si trasforma in pantera con le ali, un uomo misterioso cerca di entrare in casa nostra, Lew conosce Spine Sun e tutti questi fatti sembrano avere un collegamento con te!” esclamò esasperata.

Liriel sembrò pensare tra sé e sé una risposta, poi sbuffò “ E sia, finora ho taciuto, ma ormai è inevitabile. Luna, ascolta bene, quando eri piccola, per farti addormentare, ti raccontavo una storia, la stessa, tutte le sere. Tu non ti stufami mai di ascoltarla e, invece di Biancaneve o di Cenerentola mi chiedevi sempre “Raccontami la storia dei sette guerrieri!”. Te la ricordi? Quella favola è la nostra storia.” Luna non capiva e scuoteva la testa, chiuse gli occhi e cercò di tornare indietro, di due, tre, quattro e cinque anni, così via…

Si trovava in casa, davanti a lei, c’erano una se stessa bambina e una Liriel più giovane:
“ Mamma! Raccontami la storia dei sette guerrieri!” esclamò la piccola Luna, “Ancora? Ma è la decima volta che te la racconto!” rispose ridendo la donna “ Ancora una!” “ E va bene: tanto, tanto tempo fa, sulla terra vivevano tantissime creature: esseri umani, animali, elfi, fate, gnomi, folletti, draghi, unicorni e altri ancora. Vivevano tutti in armonia e la terra prosperava, ma un brutto giorno gli uomini iniziarono a cambiare, innovazioni tecniche, guerre….. Finché, durante il Medioevo cominciarono a organizzare la caccia ai draghi, a uccidere gli unicorni per ricavarne il filtro dell’immortalità , derubare i tesori degli gnomi, distruggere i boschi degli elfi. La situazione divenne in vivibile. Perciò, le creature magiche si riunirono e decisero, di lasciare questo mondo, di crearne uno nuovo dove poter vivere in pace. Occorse molto tempo, ricerche, esperimenti, ma, alla fine ci riuscirono. Però, la notizia trapelò tra gli uomini ed essi cercarono di fermarli. Se li avessero lasciati partire, avrebbero perso molte cose: gli elfi si occupavano dei boschi, coltivavano la terra e scambiavano i loro prodotti con gli uomini in cambio di libri e manoscritti; i draghi offrivano la loro protezione in cambio di qualche canzone, e così via. Il giorno della partenza, con un ultimo grande incantesimo, i maghi modificarono la memoria degli uomini.” Disse solennemente la Liriel del passato. “In che senso?” domandò la piccola Luna “ Grazie al loro incantesimo, gli esseri umani, credono di essersi inventati loro l’esistenza dei draghi e di tutte quelle creature considerate “mitologiche” .
Dopo il lungo flash-bak, Luna si sentiva stordita e non credeva ai suoi stessi ricordi, tanto la storia le sembrava surreale. “ Non è tutto, c’è dell’altro, sforzati ancora un po’, tesoro.” Le chiese sua madre e Luna tornò a concentrarsi; nel nuovo mondo appena creato, un giorno, assieme all’alba sanguigna, nacquero degli strani esseri. Creature dall’aspetto mostruoso, né uomini, né bestie, prive di qualsiasi sentimento all’infuori dell’odio: furie e demoni, questo è il nome che gli fu dato. Da allora ricominciarono le battaglie, finché sette eroi, con l’ausilio di Rihalja, evocarono il Dio della Luce, che ridusse in cenere con la sua spada di folgori tutto il male. Uno dei sette eroi, tuttavia, nello scontro fu scaraventato lontano e precipitò sulla terra. Perse la memoria e quando si risvegliò conobbe un uomo, se ne innamorò, lo sposò e rimase sulla terra con lui. “

fine capitolo 1
 
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Hikuraveku
view post Posted on 5/8/2007, 20:26




Purtroppo non l'ho ancora letto...ma don't worry: ora che l'ho scaricato potrò leggere tutto comodamente off-line e riceverai presto mie notizie!!!!Ih!Ih!Ih!Non vedo l'ora!!!Corro a leggere!!!! image
 
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kurumi78
view post Posted on 13/8/2007, 23:47




penso sia ancora prematuro azzardare un titolo.....

che carino, la protagonista si chiama ancora Luna!
 
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Misuzu
view post Posted on 14/8/2007, 16:57




CITAZIONE (kurumi78 @ 14/8/2007, 00:47)
penso sia ancora prematuro azzardare un titolo.....
che carino, la protagonista si chiama ancora Luna!

si il nome Luna mi piace un sacco, non era però intenzionale usarlo per due opere..... che cosa ne pensi del primo capitolo? vabbé che é solo l'inizio ma... vi sembra interessante o é barboso???? quando volete posto il secondo..

baci! image
 
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Dre@mer
view post Posted on 14/8/2007, 18:28




Anche a me piace questo titolo, soprattutto dopo aver letto il rpimo capitolo!
Wow, si sente un certo Misuzu-style! Ritrovo elementi che mi piacciono tanto delle tue storie, tra cui il nome della protagonista, il micio, l'elemento soprannaturale :) ...!
E una grande influenza delle Clamp, con Card Captor Sakura, o sbaglio ;) ?
 
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Misuzu
view post Posted on 16/8/2007, 16:59




CITAZIONE (Dre@mer @ 14/8/2007, 19:28)
Wow, si sente un certo Misuzu-style! Ritrovo elementi che mi piacciono tanto delle tue storie, tra cui il nome della protagonista, il micio, l'elemento soprannaturale :) ...!
E una grande influenza delle Clamp, con Card Captor Sakura, o sbaglio ;) ?

l'idea del personaggio pantera/farfalla l'ho presa da Card Captor Sakura ma per il resto....... a me pare che la trama non assomigli per niente a Sakura!

sinceramente non sò neanche se lasciare quel nome :unsure: .... visto che l'ho preso pari pari dalle Clamp.... pensavo poi di cambiarlo in seguito, se me ne viene in mente uno migliore per il personaggio.......anche se ormai l'ho in mente cn quel nome .........

anche qui ... se vi venisse in mente un nome migliore ...... non esitate a proporlo! :P
 
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Misuzu
view post Posted on 23/9/2007, 18:31




provo a postare il capitolo nuovo se qualcuno vuole leggere....... :*eheh*:

Capitolo 2

Alkaja

“ Ma allora…. Quell’eroe eri tu, mamma? E, l’uomo che hai incontrato era papà?” chiese Luna con un filo di voce. “Sì, è così, tuttavia, dopo la tua nascita, comincia lentamente a ricordarmi del mio passato. All’inizio non capivo, avevo ricordi confusi, poi si fece tutto chiaro. Sapevo, che avrei dovuto riportare la lacrima alata ad Alkaja, ma avevo paura che poi, non mi avrebbero permesso di tornare da voi…” terminò Liriel con le lacrime agli occhi. Stranamente, Luna si calmò all’improvviso, se le cose stavano così, allora non era un mostro, era normale che avesse qualche potere, visto che era sua madre! “Lew, cosa c’entri in tutta questa storia?” chiese all’amico, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo. “Mio padre si chiama Laarfag, è un’abitante di Alkaja. Sposò mia madre prima di partire per Alkaja e poi abbandonò lei e me al nostro destino. Alla fine, mia madre è morte, consumata dal dolore per averlo perso. Non ho molta simpatia per lui, lo odio, non considero “quella persona” come mio padre. Sono a conoscenza di una parte della verità, non la posseggo tutta, in ogni caso, anche se avessi voluto, non avrei comunque potuto fare ritorno. Non ne ho i mezzi e poi, che motivo posso avere per tornare, se l’unica persona a cui tengo davvero si trova qui!” esclamò, guardando Luna fisso negli occhi e lei si fece di porpora.

Un rumore improvviso interruppe i loro discorsi, qualcuno stava tentando di entrare nella clinica. Liriel si fece scura in volto, Lew chiuse la porta a chiave, “Sono arrivati fino a qui” commentò Spine Sun a bassa voce, solo Luna non capiva cosa stesse accadendo. Spine Sun si rivolse a Luna “I nostri inseguitori ci hanno raggiunto, dobbiamo andare via: ad Alkaja!” “ Cosa? E come ci arriviamo? Ancora non sono del tutto convinta che esista davvero, in ogni caso dovrebbe nel cielo, questo è ciò dice la leggenda!” esclamò al limite dell’esasperazione; “ Esatto, si trova in una dimensione temporale superiore alla nostra. Prendiamoci tutti per mano e formiamo un cerchio con Spine Sun al centro, presto!” disse Liriel con un tono di comando, poi diede altre istruzioni: “ Spine Sun, sarà il nostro catalizzatore, ora chiudete gli occhi e concentrate la vostra forza, pensate di spostarvi e di arrivare ad Alkaja. Dovete raggiungere quel luogo tra il sonno e la veglia, dove ti ricordi ancora quello che stavi sognando.” Tutti si concentrarono, anche Luna tentò di focalizzare il suo pensiero su Alkaja, ma, non avendola mai vista, non riusciva a proiettarvisi. I pensieri di tutti, divenuti uno solo, cominciarono a risplendere, avvolgendo il gruppo di luce bianca finché con un balenio, scomparvero nel nulla, quando il generale Ashrum e il suo seguito di maghi sfondarono la porta, trovarono la stanza vuota.

Dopo qualche tempo Luna riaprì gli occhi e con suo immenso stupore, vide che non erano più nella stanza d’ospedale, l’aria era pura e fresca, si trovavano su un altopiano, il paesaggio verdeggiante di boschi e splendente di acque cristalline, riluceva sotto i raggi dorati del sole.

Luna rimase immobile per un po’, chiedendosi se tutto ciò era reale o, se si trattava solo di un sogno effimero. “ Finalmente a casa!” gioì Spine Sun stiracchiandosi, sua madre stava piangendo per la commozione e Lew si guardava attorno lentamente, quasi volesse cogliere ogni minimo particolare del paesaggio per imprimerlo nella sua mente. Luna si avvicinò al bordo del rilievo e guardò in basso: dei monti svettavano alti sopra le loro teste, con le cime spolverate di bianco circondati da una fitta foresta di aghifoglia. A ovest si alzava un fumo nero di ceneri friabili, il cono del vulcano spuntava all’orizzonte, cupo e minaccioso, nel cielo a sud, brillava qualcosa di molto simile a una stella.

“ Cosa ne pensi? Questo è Alkaja, il mondo creato dalla magia. Osserva, quel punto luminoso che poi scorgere lassù è l’ultima roccaforte degli esseri umani: il Palazzo di Cristallo. Ed è là che siamo diretti!” disse Liriel a Luna con un espressione eccitata in volto.
“Come lo raggiungiamo? Con un aereo?” chiese Luna. Spine Sun scoppiò a ridere con gusto; “ Non esistono simili trabiccoli qui. Non abbiamo bisogno di affidare la nostra vita a delle macchine inaffidabili. Sali sul mio dorso, visto che non sai volare, ti porterò io!” Luna salì sul dorso di Spine Sun, sua madre cominciò a …. .. levitare! E così fece anche Lew, Spine Sun spiccò un balzo e volò nel cielo limpido.
Il vento le scompigliava i capelli, l’aria fresca le accendeva il volto di un leggero colore rosato. La volta celeste si apriva immensa, dovunque volgesse lo sguardo vedeva solo il suo azzurro limpido.Pian piano, la massa scintillante del castello si avvicinava, finché non vi giunsero di fronte. Era enorme e la sua forma ricordava vagamente quella di un fiore in boccio.

Spine Sun si diresse verso una finestra aperta, vi entrò e planò dolcemente verso il suolo, Luna si guardava attorno estasiata; non aveva mai visto nulla di così bello in vita sua. La luce del sole si rifrangeva sul cristallo in mille luci colorate, un arcobaleno senza fine. Al centro della sala c’era una fontana, cosa assai singolare, pensò Luna osservandola, vicino a essa c’era un grande lupo grigio. “ Grande Saggio Wort!” esclamò Liriel, l’animale cominciò a brillare, a mutare forma, gli artigli divennero mani, la pelliccia scomparve, fino a mostrare un vecchio canuto. L’uomo sorrise benevolo, allargò le braccia ed esclamò: “Benvenuti ad Alkaja! Amici di un tempo e nuovi, lontani e vicini! Il mio nome è Wort, sono il saggio che vive in questa torre. E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ti ho vista Liriel, ti trovo bene..” “ Grande Saggio io.. non so cosa dire, a causa mia avete avuto tanti problemi.” Balbettò la donna “ Non pensarci, l’importante è che tu sia sana e salva, bambina mia. Sei diventata grande, questa bella ragazza è tua figlia?” le chiese sorridendo dolcemente “ Sì, il suo nome è Luna. Sinceramente, non mi aspettavo proprio, che ci richiamassi quassù, pensavo che ormai mi avessi dato per morta” il saggio, con un gesto fece apparire dal nulla delle poltrone color panna e fece loro cenno di accomodarsi
“ Dovresti sapere che io non commetto mai errori così grossolani. Ero più che convinto che, in qualche modo tu fossi riuscita a cavartela e, grazie alla mia tecnica di divinazione ne ho avuto la conferma. Se non ho tentato di contattarti è perché mi sembravi così felice, assieme a quell’uomo, alla tua famiglia. Ma ora, si è verificata un’emergenza, per cui si è reso necessario il mio intervento.”

Wort sospirò, la sua voce era carica di amarezza “ Da qualche tempo i demoni si sono coalizzati tra di loro, il loro capo é….. Azkaba, il nostro re! E’ impazzito, ha perso il lume della ragione a causa dell’influenza di Keel, quel serpente infido! I loro eserciti stanno invadendo a poco a poco le città; Crisield e Orialg sono già cadute, le popolazioni sterminate. “ si interruppe, il volto contratto in un’espressione inorridita, come se avesse assistito ai massacri di cui parlava “ Dobbiamo fermarli, ma per fare ciò dobbiamo riunire nuovamente Rihalja, utilizzare il suo potere per risvegliare il Dio della Luce e allora lui ci salverà, come è già accaduto in passato.” Concluse serio in volto. “ Ne parli, come se fosse una cosa facilissima, questi dieci pezzi che compongono Rihalja, sono già in vostro possesso?” domandò Lew, “ No, per questo occorre il vostro aiuto. Non era previsto che vi dovessi richiamare dal Vecchio Mondo, purtroppo, la Lacrima alata ci è indispensabile. Voi siete gli unici che potete adempiere a questa missione, la lacrima alata ha scelto Luna come sua padrona, nessun’altro potrebbe toccarla ormai.” Sentenziò Wort. “Aspetta un’ attimo, mi sembra che tu stia correndo un po’ troppo. In primo luogo, io non ho alcun’intenzione di avere a che fare con demoni e qualunque altro strano mostro ci sai qui! Secondo; questa non è casa mia e vorrei tornarci, se vi serve la lacrima, allora ve la lascio volentieri! Andiamo a casa mamma!” esclamò Luna, il suo volto era arrossato, il respiro ansimante per il grande urlare. “ Tesoro, calmati. Questa è la mia casa, da oggi in poi sarà anche la tua. Cerca di capire, so che sei sconvolta, tutto questo ti sembra assurdo, ma è la verità! A poco a poco ti abituerai..” disse la madre abbracciandola. In quel mentre, il cielo che si vedeva dalle finestre fu attraversato da un’ombra scura, un grande uccello, o meglio, qualcosa di più simile a un dinosauro!

Luna gettò un grido e poi perse i sensi.

Nel sonno fece strani incubi popolati da mostri, vide l’uomo che quella notte si trovava davanti alla sua casa, il grande mostro alato di poco prima e poi vide qualcosa che sfuggiva alla sua comprensione, un ragazzo dai capelli corvini che gli cadevano sulle spalle, la fissava con penetranti occhi d’ argento, dipinta sul volto aveva l’espressione più triste e desolata che Luna avesse mai visto. Il ragazzo la inseguiva e lei scappava, l’aveva quasi presa, gli sfuggiva, la catturava di nuovo. Una visione angosciosa, fino a che , rassegnata, si arrendeva al suo rapitore. Vide nuovamente la sua espressione triste, nel vuoto più totale. Un’esistenza alla deriva, un po’ come la sua, si stava distruggendo da sola, pian piano.

Luna si svegliò agitata da quegli strani sogni, nel buio della stanza, sentì il calore della mano di Lew che stringeva la sua. Era impaurita, agitata e confusa, quasi avesse letto nei suoi pensieri, Lew le chiese dolcemente “ Sei sveglia? Come ti senti?” “ Male, sono così confusa… E’ come se il mondo mi fosse crollato addosso, anzi è come se tutto fosse cambiato e solo io fossi rimasta indietro! Spero ancora che sia tutto un sogno, magari, tra un po’ mi sveglio e scopro che sei vento a prendermi per andare a scuola insieme!” ormai soffocava a stento i singhiozzi e tremava. “Hai paura? Non devi sentirti in dovere di fare nulla, se vuoi ritornare sulla terra, convinceremo tua madre a farti tornare. Se, invece, desideri restare qui, lo faremo. Stai tranquilla, non c’è nulla che io non possa fare! Ora però smetti di piangere; perché quando piangi io non so più che cosa fare e poi viene voglia di piangere anche a me.” Nonostante fossero al buio, Luna sapeva che Lew le stava rivolgendo uno dei suoi sorrisi, di quelli che le toglievano il respiro.


Luna soffocò le lacrime e pian piano riuscì a calmarsi, Lew la abbracciò stretta stretta per tutto il tempo. Il suo calore la avvolgeva, quel piacevole tepore la confortava. Improvvisamente si accese un piccolo fuoco bianco, Luna sussultò sorpresa. “ Sono stato io, scusami, non volevo spaventarti.” Le disse Lew “ Come hai fatto?” “ Con la magia. Se mi concentro, posso fare questo e altro!” “ Fantastico!” “ Lo so! Sono fantastico vero?” chiese Lew ironico “---------“ “ Cos’è quella faccia? Sono o non sono eccezionale?” Luna scoppiò a ridere e i due cominciarono a giocare come dei bambini. In fondo, si disse Luna, non le importava dove avrebbe vissuto, ciò che contava veramente era stare assieme a sua madre e a Lew, le persone che più contavano per lei.

Uscirono dalla stanza dove si trovavano per raggiungere un sontuoso salotto in stile barocco; i mobili erano in scuro legno, vi era intagliato un complesso motivo decorativo ricorrente per l’intera sala: una pietra ovale di un colore violetto avvolta da pergamene riportanti simboli che Luna non conosceva e alla cui estremità inferiore si generavano due candide ali, l’intera immagine era avvolta da un alone di luce dorata.

“ Che cos’è questo simbolo?” chiese Luna a Lew, ma a risponderle fu Wort, l’anziano saggio “ Il suo nome è Atzilut, nella nostra lingua significa Pietra del Mondo Antico , c’è una leggenda legata a questa pietra, vuoi che te la narri?” “ Sì, grazie!” rispose Luna.
“ Tantissimo tempo fa, quando creammo Alkaja, assieme alla nascita del nuovo mondo, nacque uno spirito superiore che chiamammo Entel. Proteggeva la pace e la tranquillità, un brutto giorno, poco prima che scoppiasse la guerra contro le creature dell’oscurità, scomparve nel nulla e al suo posto comparve l’Atzilut, si dice che la sua anima sia stata rinchiusa nella pietra, ma temo che siano soltanto delle dicerie. Ormai è diventato un simbolo di protezione, lo si trova spesso rappresentato nelle case.” Concluse Wort sospirando, Luna preferì restare in silenzio e osservare ancora un po’. Quel posto, cominciava inaspettatamente a piacerle, forse, vivere nel mondo delle fate non sarebbe stato poi così male!” La luce del sole si rifrangeva attraverso il cristallo dei vetri, avvolgendo lei e il vecchio al suo fianco di un candore quasi innaturale. “ Ho deciso, vi aiuterò a raccogliere i pezzi che compongono Rihalja.” Disse Luna con voce ferma, nel riverbero non vedeva altro che il profilo dell’uomo, ma le sembrò che le sorridesse con uno sguardo gentile.

All’improvviso si aprì una porta nascosta nella parete, sua madre entrò di corsa. Si era cambiata d’abito, la lunga e candida veste con il bordo intrecciato d’oro brillava a ogni suo passo. “ Tesoro, ti sei svegliata!” esclamò felice abbracciandola. Luna rimase molto colpita, era dal giorno della morte di suo padre che non la vedeva sorridere a quel modo. Comprendeva perfettamente che quella felicità dipendeva dal fatto che era tornata nella sua casa, nel suo mondo. “ Come ti senti? Sarai sconvolta immagino! Perdonami per averti detto così tante cose in una sola volta. Avrei voluto spiegarti tutto con calma ma, ogni volta che stavo per farlo, non so perché, mi bloccavo. In fondo, un cosa come questa, finché non la si vede è impossibile crederci” sospirò la donna e Luna annuì. Fu Lew a interrompere il silenzio “ Dato che hai appena accettato di rintracciare Rihalja, avrai bisogno di un’istruzione, in fondo non sai quasi niente, né di questo mondo, né dei suoi abitanti. Senza contare che, senza la magia o un’adeguata abilità nell’uso delle armi, non sopravvivresti nemmeno un’ora là fuori!” esclamò Lew. Luna non ci aveva pensato, l’idea di viaggiare in un mondo popolato da strane creature, senza nemmeno un’arma, o la possibilità di difendersi non le arrideva particolarmente. “ Tu cosa sei in grado di fare?” gli chiese “ Sono uno spadaccino magico, uno dei pochi rimasti.” Spiegò Lew con una punta di presunzione nella voce. “ Cosa vuol dire?” “ Significa che sono uno spadaccino che utilizza incantesimi usando come tramite la spada. Sono in grado di fare qualche incantesimo anche senza la mia arma, ma non sono molti.” “ Fantastico!” esclamò Luna eccitata, riusciva quasi a immaginarsi Lew con la spada in pugno e vestito come un antico cavaliere. L’immagine era così inverosimile che Luna ne rise. “ Cosa c’è da ridere? Aspetta di vedermi all’opera e vedrai!” sentenziò Lew. “ Scusate se vi interrompo, ma faremmo meglio a cominciare. Luna, sei pronta?” l’interruppe Wort, “ Sì, certo!” esclamò felice.

Il vecchio mago le fece strada fino a una porta circolare, sulle intelaiature vi erano incise dei simboli nella stessa lingua del libro delle illusioni mistiche. Esse dicevano “ Oltre questa porta non v’è né spazio, né tempo state attenti, oh voi che entrate a non smarrir la vostra via.”
“ Cosa significano queste parole?” chiese Luna “ Vedi, in questa stanza vi è una grande magia in atto, il tempo al suo interno scorre in maniera diversa, un solo minuto al di fuori di essa, corrisponde a molte ore al suo interno. Più precisamente, corrisponde a un tempo indefinito, utilizzandola potrò insegnarti tutto ciò di cui hai bisogno, con la calma necessaria e senza perdere tempo prezioso.” Luna si chiese per un momento come ciò fosse possibile, poi decise di accantonare simili domande, almeno finché restava in quel mondo fantastico. Wort aprì la porta dopo aver pronunciato una parola incomprensibile: l’interno sembrava quello di una stanza normalissima, due letti singoli, uno studio con numerose librerie piene zeppe di libri, una cucina e poi…. Un grande spazio vuoto, solo il pavimento e un cielo sconfinato di un grigio opaco. Su tutto si spandeva un alone grigiastro, nulla si muoveva, persino l’aria pareva priva di movimento, come se il tempo fosse eternamente sospeso in un respiro soffocato. Una volta entrati, Wort utilizzò la magia per materializzare un grande schermo dove comparve una mappa tridimensionale. “Per prima cosa, devi conoscere la geografia del nostro mondo: il luogo dove ci troviamo ora si chiama Arieer, ma è semplicemente chiamato “ Palazzo Bianco” è il centro del regno degli uomini, il mare che si trova sotto di noi è il Mar di Van a est c’è la foresta di Faar che circonda i monti Altair…” man mano che parlava Wort indicava con una bacchetta i
luoghi sulla mappa. “ La foresta di Faar è la più grande macchia verde del nostro mondo, ed è anche il regno degli elfi alti. Attorno al loro territorio hanno eretto una barriera per impedire agli estranei il passaggio, chiunque tenti di penetrare nel loro regno, senza previa autorizzazione, cade nelle maglie dell’incantesimo di protezione.” “Di che tipo di incantesimo si tratta?” chiese Luna “Oh, è molto semplice, lo stolto che vi si avventuri senza autorizzazione, vagherà al suo interno per sempre. Verrà catapultato in una dimensione come quella dove ci troviamo adesso, senza spazio né tempo. Vi rimarrà finché gli elfi alti non decideranno altrimenti. I monti Altair sono il regno dei nani: grandi costruttori, intagliatori di diamanti grezzi e abili commercianti, piuttosto avidi anche. Il loro unico interesse sono i soldi e la birra, sono scorbutici e pensano solamente ai loro interessi. A ovest, oltre l’altopiano di Morg, ci sono i monti Melchior, la terra dei Signori dei cavalli con la città di Minrs. Sotto ad essi sorge il vulcano di Noor, attorno a esso si trova il regno di Moorgar, il dominio dell’oscuro signore, Keel. A qualche chilometro di distanza dal Mar di Van c’è il lago Azuirl, il regno delle sirene, infine abbiamo Failar, il regno delle fate.”

Ciò detto Wort fece sparire la mappa. “ Dove si trova il regno delle fate?” chiese Luna, il vecchio saggio non le aveva mostrato dove si trovava. “Ah, già. Vedi, il regno di Failar non si trova in questo mondo ma, diciamo che è a un livello superiore al nostro. E’ situato oltre le nebbie argentate, in una dimensione parallela, per così dire, è molto difficile arrivarci, solo in pochi ci sono riusciti e, ancor di meno sono quelli che hanno fatto ritorno. Non sono in grado di dirti altro, purtroppo non ho ancora avuto la fortuna di andarci. Bene, ora che sai la cose più importanti, possiamo passare alle lezioni pratiche!” esclamò schioccando le dita. Nelle ore successive, Wort insegnò a Luna cose strabilianti, dapprima, la ragazza era abbastanza scettica poi si ricordò del genere di luogo in cui si trovava, e mise da parte simili pensieri. Imparò a provocare esplosioni e lampi a usare l’acqua, plasmarla in mille modi diversi, invocare l’aiuto della terra, domare il fuoco e intrappolare il vento. All’improvviso si chiese quanto tempo fosse passato, non avrebbe saputo dire se si trattava di pochi secondi o di molte ore, aveva perso il senso del tempo. Quando terminarono l’addestramento magico, Wort le disse che era necessario che sapesse utilizzare almeno un tipo di arma, per ogni evenienza, “ Non si può sapere!” disse mentre la scortava verso il fondo di un lungo corridoio laterale all’interno di quello stesso luogo. Giunsero in una stanza buia, illuminata solo dalle ultime scintille d’agonia di un fuoco morente. “ Plesia? Sono Wort, ho bisogno dei tuoi servigi, Mastro Armaiolo!” chiamò a gran voce, ma nessuno rispose poi, dal nulla apparve una giovane ragazza, la lunga chioma viola svolazzava alle sue spalle e i suoi occhi dorati erano puntati su Luna con un’espressione stupita. “ Signor Saggio! Che sorpresa, è strano vederla da queste parti negli ultimi tempi, cosa la spinge nella mia armeria?” poi si voltò verso Luna “ Sei una novizia? Che strano vestito!” Luna, aveva la netta sensazione che Plesia sprizzasse energia da tutto il corpo.

“ Mi chiamo Luna, sono la figlia di Liriel, molto piacere!” esclamò la ragazza, ormai le sembrava chiaro che, più della persona in sé, in quel luogo, contassero le parentele.
“Cosa? Davvero?” esclamò Plesia, poi la osservò inclinando il capo “Non sembri un granché!” esclamò, “alla faccia della sincerità” pensò Luna. Il Mastro armaiolo la osservò per un lungo istante, soprappensiero, poi si volse verso Wort “ Vuoi che trovi un arma adatta a lei?” chiese con tono sicuro, quasi sapesse già la risposta. Il Vecchio annuì. “ Vieni con me!” le disse Plesia voltandosi e proseguendo verso il fondo di un lungo corridoio buio, illuminato soltanto da una fioca luce.

Luna seguì Plesia lungo il corridoio, in seguito a un breve battito delle mani della ragazza si accesero dei fuochi in dei bracieri di ferro battuto riccamente decorati, Luna spalancò gli occhi per la meraviglia: l’intera sala era ricolma di armi di tutti i tipi, lance corte e lunghe, spade, archi completi di faretre colme di frecce, asce brunite e pugnali di ogni foggia e dimensione. C’era solo l’imbarazzo della scelta, “ Devo trovare un arma tra quelle che ci sono qui?” chiese Luna guardandosi attorno “ Sì, fa pure con calma, scegli quella che preferisci! Cercane una adatta a te, che non pesi troppo, altrimenti diventa un peso inutile, piuttosto che uno strumento per difendersi! Ti lascio sola per rifletterci un po’!” così dicendo Plesia la lasciò sola nella grande armeria. Luna osservò attentamente le armi: le lance erano troppo pesanti e scomode, provò a lanciarne una, ma riuscì solo a farla volare per qualche metro e il braccio le doleva per lo sforzo. Scartò gli archi, aveva poca mira, si soffermò sulle spade, aveva sempre desiderato vederne una vera. Ne trovò una stupenda, con l’elsa d’argento incastonata di pietre preziose, la impugnò e… Non riuscì nemmeno a sollevarla tanto era pesante! La lasciò andare ed essa cadde al suolo, producendo un rumore metallico che lacerò il silenzio. Continuò a cercare, finché la sua attenzione non fu attratta da una spada in particolare: la lama era di cristallo azzurrino e l’elsa a sette punte era fatta da piume di cristallo, erano tanto ben realizzate da sembrare vere! La impugnò, era leggera e resistente, riusciva a maneggiarla benissimo, decise che quella sarebbe stata la sua arma, compagna indissolubile di tutta la sua avventura in quel mondo straniero.

Non appena lo ebbe pensato, la spada scomparve con un balenio azzurro, Luna era sconcertata, stava per mettersi a cercare la spada, quando Plesia le riapparve accanto. “Hai scelto quella spada?” senza aspettare una risposta proseguì, “ Si chiama nanatsusaya, significa: spada animata dalle sette punte, le ho dato quel nome, perché, quando combatti sembra che le sette punte di piume si muovano davvero, è splendida!” esclamò entusiasta Poesia, “ Tutte le armi che ho forgiato sono come figlie mie, inoltre hanno tutte un loro, “carattere”. Ci sono quelle ideali per il combattimento ravvicinato, altre vanno usate congiuntamente alla magia, Nanatsusaya ti ha scelto come padrona, lasciati guidare da lei, quando ti troverai in pericolo, vedrai che ti proteggerà, chiamala per nome, curati di lei come se fosse una tua cara amica e andrà tutto bene!” esclamò la ragazza, Luna era molto scettica, come poteva un arma proteggerla, se lei non la sapeva usare? “ Adesso ti darò qualche lezione pratica, coraggio! Non abbiamo molto tempo, dobbiamo affrettarci!” Luna si ritrovò a provare fendenti e parate, a evitare i colpi e, quando Poesia si ritenne soddisfatta si ritrovò sfinita, ma si era anche divertita moltissimo! Mai avrebbe pensato di
imparare a tirare di scherma. Fino al giorno prima, non avrebbe mai neanche immaginato una cosa simile, eppure, adesso questa era la sua realtà.

Quando uscì dalla stanza dello spirito e del tempo le sembrava di averne varcato la soglia mesi prima, eppure scoprì che erano passati solo pochi minuti! “ Com’è andata?” le chiese Lew sorridendole come non aveva mai fatto prima “ Bene! Ho imparato tante cose strane e sorprendenti, credo che questo mondo mi piacerà molto, basta abituarsi all’idea che , tutto ciò che finora ritenevo impossibile è diventato realtà.” Esclamò entusiasta, le sembrava di vivere un bel sogno e aveva quasi paura di svegliarsi. “ Vieni, il Saggio ha detto che dobbiamo riunirci nell’aula magna, sembra che voglia comunicarci qualcosa d’importante.” Ciò detto la prese per mano e la condusse attraverso il corridoio, fino a una grande aula, come quelle universitarie; il Saggio era seduto su un trono rivestito di pelle d’ermellino, sugli spalti erano sedute una dozzina di persone tra le quali Luna riconobbe un elfo alto, spiccava tra la folla per la sua altezza, le orecchie a punta e i lineamenti armoniosi, si fermò a fissarlo incantata da tanta bellezza, l’elfo se ne accorse e le sorrise dolcemente, Luna arrossì e si affrettò a seguire Lew. Si misero affianco al trono e allora il saggio si alzò in piedi e parlò: “ Cari amici, sono lieto che abbiate acconsentito a riunirvi tutti. Come ben sapete il motivo di questa riunione e quello di trovare un modo per fermare i demoni. Sfortunatamente sembra che le nostre sole forze non siano sufficienti, si è reso quindi necessario riunire Rihalja ed evocare il Dio della Luce.” Un mormorio d’approvazione si levò dalla sala. “ questi due giovani: Luna, figlia di Liriel e Lew, figlio di Laarfag, partiranno domani per riunire tutti e 10 i talismani.”

A queste parole dalla sala si alzò un brusio generale. “ Vuole affidare una missione così importante a due ragazzini?” “ Quello è il figlio di Laarfag, ci sarà da fidarsi?” commenti simili si levarono alti tra gli altri. “ Signori, la mia decisione vi turba?” chiese Lew rivolto alla sala “ Ritenete forse che io non possegga le capacità magiche e le tecniche di spada necessarie a compiere quest’impresa?” nessuno parve accorsene, tranne Luna, quelle parole nascondevano un sarcasmo che sembrava quasi ironia. Un uomo anziano con la carnagione brunita e i capelli grigi striati di bianco prese la parola: “Noi non mettiamo in dubbio la tua abilità, sei l’unico in tutta Alakaja a fregiarti dell’ambito titolo di spadaccino magico ma, visti i tuoi legami, non puoi biasimarci se abbiamo qualche remora a farti partire.” Nelle parole dell’uomo non v’era alcuna malignità, era stato schietto e diretto, eppure, Luna sentì nascerle in petto una rabbia crescente. “ Cosa intendete dire? Che i legami di sangue sono più importanti della singola persona? Se una persona è imparentata con qualcuno che non vi piace, allora non merita neanche una possibilità? E dire che dovreste essere le persone più sagge di questo mondo!” Luna aveva urlato quelle parole con quanto fiato aveva in corpo e lei stessa ne era stupita, in una situazione normale si sarebbe sentita in soggezione di fronte a tutte quelle persone ma quello non era il suo mondo, se anche faceva qualche brutta figura nessuno a casa lo sarebbe venuto a sapere!

Nella sala erano tutti ammutoliti, a prendere la parola per primo fu l’elfo :” La ragazza ha perfettamente ragione, abbiamo perso di vista ciò che conta davvero. I legami di sangue non sono poi così vincolanti, Lew non ci ha mai dato modo di dubitare di lui e non vedo perché dovremmo cominciare a farlo proprio ora. Lew e Luna si conoscono da molto
tempo e saranno ottimi compagni di viaggio. Qualcuno di lor signori ha qualcosa da eccepire?” Nessuno ebbe nulla da obiettare e l’ammirazione di Luna per gli elfi crebbe in maniera considerevole. “ Ben detto, Signor elfo alto.” La voce di Spine Sun fece sussultare Luna che non si era accorta della presenza dello spirito animale. Spine Sun si materializzò dal nulla, levitando in mezzo alla stanza “ Wort, ho deciso di unirmi al gruppo di ricerca dei dieci talismani. Sarà un piacevole diversivo, sempre meglio che restare fermi qui a blaterare sulle possibili soluzioni, senza fare nulla di concreto!” concluse con tono sarcastico. “ Così sia, voi tre sarete la nostra mano e noi vi guideremo da quassù, ogni volta che il vostro coraggio vacillerà, che la vostra forza verrà meno, noi saremo il vostro sostegno. Voi sarete: Il Gruppo di Ricerca di Rihalja!” esclamò solennemente Wort.

Luna avrebbe preferito che non affibbiasse al loro “incarico” quel nome strampalato,
“Compagnia dell’anello” quello sì che era un nome adatto a una missione importante, peccato che, a quanto pareva, Wort non aveva mai letto “IL SIGNORE DEGLI ANELLI”.
Nella sala nessuno fece più commenti, solo sguardi dubbiosi, scettici e preoccupati tradivano i loro pensieri, Wort si alzò congedandosi dalle delegazioni e i due ragazzi lo seguirono. “ Venite, ho fatto preparare un ricco pasto, domani sarà un gran giorno per voi e devo fornirvi alcune informazioni.” Li portò in una grande sala da pranzo di colore azzurro cielo dove, su un lunghissimo tavolo c’era il più grande buffet che Luna avesse mai visto. La ragazza si rese conto all’improvviso di avere molta fame e, senza troppi complimenti cominciò a mangiare, anche se non aveva idea di cosa fossero almeno metà delle pietanze presenti sulla tavola e, sinceramente, preferiva non saperlo. Quando si sentì sazia, Wort fece loro segno di ascoltare: “ Dopo aver eseguito alcune ricerche, credo di aver scoperto dove si trovano i talismani mancanti:

- La Spada Distruttrice era in mano al padre di Lew fino a poco tempo fa, ora non abbiamo idea dove sia
- L’Arco di Giada apparteneva a Estas, l’elfo alto che perse la vita nel corso della scorsa guerra, per trovarla occorrerà chiedere aiuto agli elfi della Foresta di Faar, meglio nota come Foresta del Non Ritorno
- La Pergamena della Malia appartiene al mago Elros uno dei sette guerrieri ancora in vita, dalle ultime notizie che mi sono pervenute dovrebbe essersi ritirato tra i Monti Altari, dove vive come un eremita.
- La Perla d’argento è custodita dalla regina delle sirene; Lamios e si trova al lago Azuirl.
- Kandaraja, l’arpa magica è in mano al popolo dei Celti, quest’ultimo è scomparso nel nulla al termine della guerra, temo che sarà un bel problema ritrovarla…
- L’Ascia di Tor è custodita dal popolo dei nani che vive nelle profondità dei monti Altari.
- La Sfera di Luce è nelle buone mani delle fate, come ho già spiegato il loro regno si trova oltre le nebbie argentate ed è difficilissimo arrivarci.
- La Lancia di Rodinius è andata smarrita e la Scatola Magica temo si trovi tra le grinfie di qualche drago.

Ci mancano ben sette oggetti, dobbiamo recuperarli al più presto, qui c’è una mappa dove sono segnate le ubicazioni a noi note, vi forniremo tutto il necessario per il viaggio. Partirete domani all’alba per cui ora vi consiglio di andare a riposare.”

Luna uscì dalla sala ricolma di cibo, tanto che barcollava leggermente, Lew la accompagnò fino a una terrazza in pietra, l’aria fresca della sera la fece sentire subito meglio. “ Domani è il gran giorno, partiremo presto, sei nervosa?” chiese Lew “ Sono eccitata, nervosa e un po’ preoccupata. Ma sono felice di poter stare assieme a te! Se fossi stasa sola, non avrei mai affrontato una prova simile.” Luna si ritrovò a pensare al suo passato e si rese conto che, in ogni momento, senza che se ne accorgesse, Lew era sempre stato vicino a lei, come se ormai, fosse una cosa scontata. Anche Lew sembrava pensieroso, “ Per molto tempo sono stato solo, non avevo un posto dove stare, l’ ho cercato a lungo e così, alla fine anch’io ho trovato il mio posto. Il posto per me è al tuo fianco.” Luna rimase senza parole, possibile che… Aspettò che Lew dicesse qualcos’altro ma non parlò più, in compensò la guardò dritta negli occhi, con un intensità tale da mozzarle il respiro. “ Allora? Non hai niente da dirmi? Se non te ne fossi accorta, mi sono appena dichiarato! Ti amo, Luna! Avanti, dì qualcosa! Non far parlare solo me!” esclamò rosso in volto. “ Anch’io, in fondo ti ho sempre amato. Non so perché non te l’ ho mai detto, forse avevo paura che tra noi cambiasse qualcosa…. Ma, adesso, sono così felice!” esclamò la ragazza quasi con le lacrime agli occhi e allora Lew la baciò e Luna era sorpresa e felice con il cuore che le batteva forte.

I due ragazzi si salutarono e andarono a dormire, li attendeva un grande giorno. La mattina seguente Luna si alzò di buon’ora e scese le scale saltando i gradini due a due. Raggiunse la madre che si stava dirigendo verso la stanza dove avevano mangiato la sera prima: “ Luna, ho una cosa per te.” La ragazza si avvicinò e Liriel estrasse da un fagotto un ciondolo di cristallo argentato “ Questo gioiello è fatto di orialcho, è magico, funziona meglio di una bussola! Se ti capiterà di perdere la via, estrai il ciondolo e esponilo ai raggi del sole. Un fascio luminoso ti indicherà la strada. E poi, sono riuscita a creare con le magia un pacco di questi, ti serviranno!” le disse con aria complice passandole un pacco viola, Luna sospirò sollevata, aveva sospettato che “quelli” non esistessero ad Alkaja, ed era stata molto in apprensione. Senza altri indugi andarono a mangiare, Wort ricordò loro l’importanza della missione e sottolineò più volte la parola “prudenza” nel suo discorso. Il loro scopo non era quello di eliminare i demoni, a quello avrebbe pensato il Dio della Luce, dovevano solamente recuperare i talismani il più velocemente possibile, in modo che i loro nemici non avessero il tempo di rendersi conto di quanto stava accadendo. In linea di massima, l’impresa non sembrava presentare molti rischi pensò Luna, in linea di massima, però.

Il primo luogo dove avrebbero dovuto recarsi era la foresta del non ritorno il regno degli elfi alti per recuperare l’Arco di Giada appartenuto a Estas. Dovevano ottenere un permesso prima di entrare nella foresta. Wort scrisse per loro una lettera in elfico, assicurando che, con quella, sarebbero stati accolti a braccia aperte e Liriel donò loro due zainetti magici, erano senza fondo, come la borsa di Mary Poppins! Con gli zaini ricolmi di ogni ben di Dio, Luna, Lew e Spine Sun oltrepassarono gli argenti cancelli di Arieer, la ragazza salì sul
dorso di Spine Sun e volarono tutti insieme verso la terra ferma.


Mentre stavano per toccare il suolo, Luna vide un balenio argenteo provenire da terra; per un solo istante vide un unicorno bianco: la criniera e la coda risplendevano come argento vivo, gli occhi di cristallo erano fissi nei suoi, voleva parlarle, un giorno si sarebbero rivisti. L’unicorno guizzò via, scomparve come se non fosse mai esistito. Luna aveva la netta sensazione che nessun’altro lo avesse visto e non si sbagliava. Una volta a terra Spine Sun disse loro che dovevano dirigersi a est verso la foresta di Faar, detta anche “del non ritorno”, cominciarono a seguire un sentiero che serpeggiava tra il verde del bosco, la luce del sole era filtrata dalle chiome degli alberi e l’unico suono presente era il cinguettare degli uccelli.

Luna era raggiante, stringeva la mano di Lew e tutti i suoi pensieri erano diretti verso di lui, ripensava di continuo alla sera prima, quando lui le aveva detto di amarla e al sorriso felice che aveva in volto quando lei aveva dichiarato di ricambiarlo. La missione e i suoi rischi le erano completamente passati di mente. Un rumore improvviso tra i cespugli la fece sussultare, un demone gigantesco, che sembrava un incrocio tra un orso e un lupo si avventò su di loro. Luna era sconvolta, non aveva mai visto un simile mostro, rimase immobile, paralizzata dalla paura. Lew scattò in avanti veloce come un lampo, con la mano destra estrasse una spada e trafisse il demone in pieno petto. Sangue scuro sgorgò copioso dalla ferita, il bestione crollò a terra con gli artigli aguzzi vicini al viso di Lew. Luna era senza parole, il ragazzo estrasse la sua arma dal corpo senza vita del demone e, senza dire una sola parola, si voltò per proseguire. “ Sei stato fantastico Lew! Sei davvero forte, io non riuscivo nemmeno a muovermi per la paura. Scusatemi!” esclamò Luna, si sentiva stupida, a cosa era servito allora imparare a usare la spada e la magia se, per la paura non riusciva a combattere? Credeva di diventare una specie di supereroina come quelle dei cartoni e, così si era montata la testa.

“E’ normale aver paura le prime volte, devi riuscire a reagire tramutando la tua paura in fredda e calcolata aggressività. I demoni avvertono la paura, se ne nutrono diventando sempre più forti. E’ molto difficile non aver paura, col tempo ti abituerai, è stata dura anche per noi all’inizio.” La consolò Lew, “ Proprio così, senza contare che noi siamo stati allenati fin da piccoli, mentre per te è tutto nuovo.” Le disse Spine Sun con un sorriso indulgente. Lew si chinò e la baciò sulla fronte “ Coraggio!” le disse poi la prese per mano e i tre proseguirono il loro cammino. Presto scese la sera, il cielo si tinse del rosso carminio del tramonto e Spine Sun decise che era tempo di fermarsi a cenare e a cercare un posto
dove passare la notte; Luna accolse la decisione con gioia, non era abituata a camminare così tanto e sperava che, almeno tutto quel moto le facesse perdere qualche chilo.

Mangiarono due lepri cacciate da Spine Sun e, mentre quest’ultimo si spolpava a debita distanza un grosso cervo, i due ragazzi si ritrovarono da soli per la prima volta dopo le confessioni della sera prima. Si baciarono a lungo più volte sotto la volta stellata del cielo. Poi Lew tirò fuori la mappa per controllare la direzione da prendere l’indomani, Luna osservò attentamente l’insieme di linee e disegni, ma non riuscì a capire quale fosse la strada che stavano percorrendo, Lew le disse che avrebbero dovuto dirigersi verso est, uscire dal bosco, attraversare il regno di Mehon e poi, dopo alcuni giorni di cammino avrebbero raggiunto la foresta di Faar. Lew sperava di incontrare qualche elfo alto prima di arrivarci, in modo da passare indenni attraverso le maglie dell’incantesimo; in caso contrario si sarebbe rivelato un problema non indifferente. Si addormentarono l’uno affianco all’altro mentre guardavano le stelle, Luna notò che se ne vedevano molte di più, in quel mondo privo d’inquinamento.

Il mattino seguente si incamminarono di buona lena, quando furono quasi nei pressi della città si fermarono per cercare qualcosa da mangiare. Luna si diresse verso una macchia di alberi per cogliere dei frutti, ne stava appunto cogliendo uno, quando una mano le tappò la bocca e, prima che potesse reagire, perse i sensi.

Quando si risvegliò vide un tetto di legno, confusa si guardò attorno nell’oscurità che la circondava. Come era arrivata in quel luogo? Di colpo si ricordò l’accaduto, doveva essere stata rapita! Si levò seduta e fu assalita da un forte mal di testa, lentamente i suoi occhi si abituarono all’oscurità, la stanza dove si trovava era spoglia, oltre al giaciglio di paglia su cui era sdraiata c’erano solo un tavolo, una candela e qualche sedia. La ragazza provò ad alzarsi e si accorse di avere le mani e i piedi legati, d’un tratto la porta si aprì. Un ragazzo dai lunghi capelli corvini e gli occhi d’argento comparve dietro di essa. Luna dovette reprimer un grido di stupore, era il ragazzo che aveva visto in sogno solo qualche giorno prima! “ Ben svegliata, perdona i miei modi ma, non sono molto gentile con gli invasori.” Disse calmo fissandola “ Invasori? Ma che stai dicendo?” “Sei entrata nella mia proprietà senza permesso, o sei un invasore, oppure sei una ladra. In ogni caso, adesso sei mia prigioniera, deciderò dopo con calma cosa fare di te, per il momento, te ne starai seduta lì per un po’.” “ La tua proprietà? Di cosa stai parlando? Stavo semplicemente raccogliendo dei frutti!” esclamò la ragazza “ Sulla mia proprietà.” Replicò calmo il ragazzo “ Io non ho visto nessun cartello, nessun segnale che indicasse il divieto d’accesso! E, in ogni caso, anche ammettendo che sia entrata nei tuoi possedimenti, non è una buona scusa per rapirmi! Che razza di metri di valutazione avete qui? Se rapite le persone che violano la proprietà privata, come vi comportate con i ladri? Tagliate loro le mani?” sbraitò Luna infuriata, possibile che in quel mondo vigesse ancora la legge del taglione? “Non ho chiesto il tuo parere, qui le domande le faccio io. Ti consiglio di calmarti, non ho intenzione di farti del male, sta tranquilla.” Luna ragionò sulle sue possibilità: avrebbe potuto liberarsi richiamando nanastusaya, oppure usando un incantesimo. Quel ragazzo non sembrava particolarmente forte, né tanto meno pericoloso, poi si ricordò del sogno…

Anche nel sogno veniva catturata da lui, scappava per venire poi nuovamente presa; per quanto incredibile era avvenuto tutto ciò che aveva sognato, forse si trattava di una
premonizione; quindi tentare di fuggire era perfettamente inutile. Fissò il ragazzo negli occhi d’argento, quindi gli disse “ Bene,cosa vuoi sapere?” “ Per prima cosa, ammettendo che tu sia entrata nella mia proprietà per sbaglio, cosa ci facevi da queste parti? Da un po’ di tempo questi posti sono pericolosi, per una ragazza sola.” “Ero in compagnia dei miei amici, mi sono allontanata per cogliere dei frutti e, il resto lo sai meglio di me.” “ Come mai siete in viaggio, attraverso la foresta?” Luna pensò per un attimo alla risposta da dare, non poteva dirgli la verità, doveva inventare un scusa plausibile. “ Dobbiamo raggiungere il regno di Mehon per…… acquistare degli oggetti magici!”, in fondo era un mezza verità, una storia verosimile. Il ragazzo la fissò negli occhi con uno sguardo penetrante, come se volesse leggerle nella mente. “E’ una bugia, anzi, una mezza bugia. Non mi piacciono i bugiardi, credo che ti lascerò qui per un po’.”

Così dicendo si alzò e fece per andarsene, “Aspetta! E’ vero, ti ho detto una mezza-bugia, ma ho i miei motivi per farlo. Io e i miei amici abbiamo una missione molto importante da portare a termine, e non posso parlarne con un estraneo!” esclamò “ Stavolta sei stata sincera, non sembri un ladro, dopotutto. Ormai è il tramonto, domani mattina ti lascerò andare via, è pericoloso passare la notte nella foresta.” Così dicendo le liberò mani e piedi, il primo istinto di Luna fu quello di andarsene ma, se lo avesse fatto, lui l’avrebbe fermata. “ A proposito, non mi hai detto come ti chiami. Dopo tutto quello che mi hai fatto passare, devi come minimo presentarti!” “Mi chiamo Regis. Scusami, ma ultimamente da queste parti si aggirano un sacco di mostri e tipi poco raccomandabili. Devo stare attento.” Le disse con aria seria “ Capisco, in fondo non hai tutti i torti, ma dovresti moderarti un po’, non credi? Aggredire chiunque si avvicini troppo è decisamente esagerato!” “ Finora, ciò mi ha permesso di sopravvivere.” Le rispose con voce atona “ Vado a procurarmi qualcosa da mangiare.” “Aspetta! Ti aiuto!” disse Luna alzandosi, le cose avevano preso una piega inaspettata, il suo “rapitore” si era rivelato essere una persona gentile, anche se un po’ freddo. “ No, resta lì dove sei, è pericoloso!” così Luna rimase ad aspettare che Regis tornasse, si chiese dove si trovassero ora Lew e Spine Sun, sicuramente erano preoccupati da morire per lei.

Si guardò attorno, osservò bene l’arredamento spoglio, il rozzo giaciglio e si chiese come Regis trascorresse le sue giornate in quella casupola. Solo, in mezzo a una foresta abitata da mostri, doveva soffrire di solitudine. Anche se a prima vista pareva un po’ scorbutico, in realtà aveva un cuore gentile, fu allora che Luna prese una decisione che avrebbe cambiato le sorti del loro viaggio.

Regis tornò con una coppia di conigli, Luna accese un fuoco con la magia, mentre i due mangiavano Regis le disse “ E così sei una maga, avresti potuto scappare quando volevi. Perché non l’ hai fatto?” “ Semplicemente, perché il mio istinto mi ha detto di non farlo. Se fossi scappata, tu avresti pensato che fossi davvero un ladro e mi avresti inseguita, probabilmente mi avresti catturata e, a quel punto qualunque cosa avessi detto, non ti saresti più fidato di me.” “ Hai ragione.” I due rimasero in silenzio a mangiare, nella capanna si sentiva solo il forte odore della carne che bruciava. Mentre sistemavano i resti

della cena, Luna decise di parlare a Regis “ Senti, ho pensato che, se sei d’accordo, potresti venire via con me domani. Io, il mio ragazzo e un nostro amico siamo in viaggio per
Mehon, come ti ho già detto, cosa ne dici di venire anche tu? Sarà sicuramente più divertente che stare qui in mezzo alla foresta!” “ Pensi davvero che potrei venire con voi? In fondo non sai nulla di me.” Obiettò lui “ Sarà, ma io ho fiducia in te. Sei una persona gentile.” “ Una persona gentile? Io?” Regis scoppiò a ridere, “ Sei strana, sei la prima persona che mi dice una cosa del genere! Non se ne trovano altre come te!” le disse sorridendole per la prima volta, “ D’accordo, in realtà cominciavo proprio ad annoiarmi, qui non succede mai nulla! Sarà interessante viaggiare per il mondo.” Disse con lo sguardo trasognato, Luna seppe di aver fatto la cosa giusta.

Si coricarono presto e la mattina seguente, all’alba erano già in piedi, Luna si chiese se, per ritrovare Lew e Spine Sun convenisse recarsi a Mehon, oppure cercarli nella foresta e si domandò anche che cosa fosse l’enorme e lungo bagaglio che Regis portava su una spalla. Lew, Luna sospirò pensando a lui, ora che finalmente stavano insieme erano stati subito separati, ed anche se era solo per un giorno a Luna era parso lungo quanto un anno.

Regis propose a Luna di andare verso Mehor, secondo lui c’erano buone probabilità di trovarli, in caso contrario avrebbero utilizzato un “grillyan”. “ Un grillyan? Cosa intendi dire?” “ Ma come, non sai di cosa si tratta? Si può sapere dove vivi?” “ Io sono arrivata qui da poco, e non so cosa sia quella cosa strana di cui stai parlando!” Regis la guardò con aria interrogativa “ Sei arrivata da poco? E da dove?” “ Beh, ecco.. Wort l’ ha chiamato “il vecchio mondo” se non mi sbaglio.” Disse piano, forse non avrebbe dovuto rivelarglielo ma, ormai.. “ Cosa? Il “vecchio mondo”? Saranno almeno centomila anni che nessuno arriva da laggiù! E poi, c’è bisogno di qualcuno che apra un passaggio temporale e non sono molte le persone che sono in grado di farlo!” “ Sul serio? Mia madre non ha avuto grandi problemi.” “Chi è tua madre?” Luna pensò che dicendogli il nome di sua madre, gli avrebbe praticamente detto tutto, eppure, voleva fidarsi di Regis, lui non si era forse fidato di lei? “ Mia madre si chiama Liriel.” “ Davvero? Ma, è uno dei sette eroi della leggenda! Incredibile, per questo è riuscita ad aprirsi un varco nella barriera!” Regis sembrava sbalordito e continuava a scuotere la testa parlottando tra sé e sé.

La città era molto più vicina di quanto Luna avesse pensato, inoltre, Regis conosceva mille scorciatoie diverse così; in poco tempo si ritrovarono di fronte alle alte mura di cinta in granito rosa della città di Mehor. Appena oltrepassato il ponte levatoio che faceva da ingresso si ritrovarono in una strada polverosa ai cui lati c’erano innumerevoli banchi di venditori. A Luna sembrava uno di quei grossi mercati rionali che si tengono normalmente
nelle città, con la differenza che quest’ ultimo era molto più grande, sembrava che coprisse l’intera città.

“Uao! Fanno sempre un mercato così grande?” chiese a Regis “ Questo non è un mercato, è la strada principale della città.” “ E i negozi dove sono?” “ Cosa sono i negozi?” le chiese Regis, allora Luna si ricordò che non era nel suo vecchi mondo, non doveva dare nulla per scontato. Non appena entrarono nella strada affollata Luna venne assalita da un onda di profumi, colori e suoni, tale da farle girare la testa.

Si guardò attorno e sul suo volto si dipinse un espressione di meraviglia e di stupore, a fianco a banchi colmi di gioielli ce n’era uno che vantava i migliori denti di troll sul mercato, un latro pubblicizzava una polvere che trasformava i topi in fiori, un altro ancora era pieno di gabbie contenenti animali da compagnia come: civette, serpenti, falchi etc..
Ma Luna non aveva il tempo di fermarsi ad osservare, doveva affrettarsi a seguire Regis o rischiava di perderlo di vista. Il ragazzo si muoveva sicuro attraverso la folla, si fermò davanti a un grosso banco a cui stava seduto un uomo vestito con una lunga tunica argentea. “ Buon giorno, ho bisogno di un grillyan, è urgente.” Disse Regis all’uomo
“Subito, il costo è di due orha, il pagamento è anticipato.” “ Ecco!” così dicendo Regis diede all’uomo due monete d’argento. “ Molto bene, per procede però ho bisogno di qualcosa che appartenga alla persona che cercate.” Luna cadde letteralmente dalle nuvole, non aveva nulla che appartenesse a Lew o a Spine Sun! Poi ebbe un idea, cominciò a guardare tra i suoi vestiti, in fondo Spine Sun era pur sempre una pantera, si disse Luna, perciò era possibile che… “ Trovato!” esclamò e porse all’uomo un pelo nero.
“Benissimo” disse questi, si mise un paio di guanti bianchi e lo prese in mano, poi recitò ad alta voce “Ixcra”. Al posto del pelo comparve un globo luminoso che volteggiava in cielo. “ Seguite il globo di luce e troverete il vostro amico!” esclamò il vecchio “ Grazie mille, arrivederci!” disse Regis poi si voltò verso il globo di luce e gli disse “ Guidaci.” Il globo di luce volò sopra la folla verso l’uscita e Regis e Luna vi si precipitarono dietro, attraversò il ponte levatoio e si diresse verso la foresta.

I due ragazzi lo seguivano da vicino per non perderlo di vista, entrò nella foresta e si addentrò nell’intrico di rami e cespugli. Andava nella direzione verso cui erano venuti Regis e Luna, a un certo punto si fermò improvvisamente, attraversò una macchia di noccioli selvatici e sbucò in una radura piena di fiori viola. Lew e Spine Sun erano lì, videro il globo di luce e poi Luna e Regis. “ Lew!”, “ Luna!” i due si corsero incontro e si abbracciarono stretti “ Stupida! Si può sapere dov’eri finita? Temevo di non rivederti più!” “ Anch’io ho avuto paura!” si baciarono a lungo, fino a che il tempo trascorso lontani l’uno dall’altra non parve scomparire. “Ah, Ahme” Spine Sun richiamò la loro attenzione,
“Anch’io sono contento che tu sia sana e salva. Vorrei sapere anche cosa ti è successo, visto che sei sparita all’improvviso…” “ A dire il vero, stavo cogliendo dei frutti, quando “qualcuno” mi ha colpito. Dopo essermi svegliata ho avuto un piccolo diverbio con Regis,” disse indicando il ragazzo con un cenno del capo “ circa la sua idea di proprietà privata e su come comportarsi con gli “invasori”. Abbiamo raggiunto un accordo, fortunatamente, Regis mi ha chiesto di unirsi a noi, e io ho accettato le sua scuse per avermi rapita.” Luna dovette trattenere Lew per impedirgli di colpire Regis, “Tu! Come hai osato rapire la mia ragazza? Adesso ti sistemo io!” Dopo qualche tempo la situazione tornò normale…

“ Ho già chiesto scusa una trentina di volte, mi pare che possa bastare, no?” sbuffò Regis “D’accordo, ma non fare mosse false.” Rispose Lew seccamente. Spine Sun chiese a Regis di scusarli e fece cenno a Lew e Luna di seguirlo. Quando si fu accertato che Regis non potesse sentirli si rivolse a Luna “Sei sicura che possiamo fidarci di lui? “ “Sì, certamente.” Rispose la ragazza “Non abbiamo idea di chi sia, come puoi essere certa che non si tratti di una spia di Azkaba?” insistette Spine Sun “Giusto, non possiamo correre rischi!” aggiunse Lew “Bhé, io mi fido di lui, i suoi occhi non sono quelli di una persona malvagia..” disse Luna, Spine Sun sospirò “Vuol dire che ce ne accerteremo personalmente..” ciò detto si voltò e tornò verso Regis. “Bhé, benvenuto nel nostro gruppo Regis, non so se Luna ti ha spiegato bene come stanno le cose. In ogni caso, ti chiedo la massima riservatezza su quanto sto per dirti..” così dicendo Spine Sun cominciò a raccontare a Regis tutti i fatti avvenuti dal giorno in cui era andato a cercare Liriel fino a quel momento.

“Non pensavo che la situazione fosse così precipitata; certo, mio padre si comportava in modo strano ultimamente, ma non credevo che saremmo arrivati a questo punto…” disse cupamente “ Tuo padre? Ma tu, come ti chiami?” gli chiese Spine Sun “ Regis, Regis Haster.” A sentire quel nome Lew era impallidito e anche Spine Sun sembrava scosso. “ A-altezza! Mi perdoni per non avervi riconosciuto! Siete molto diverso da come vi immaginavo!” esclamò Spine Sun costernato. “Un momento, chi ci assicura che non stai mentendo? Perché mai il principe dovrebbe trovarsi in un posto come questo e non a palazzo?” domandò Lew sospettoso. “Un dubbio più che lecito da parte tua.. Guarda!” così dicendo Regis mostrò loro un anello che teneva al dito con inciso un grande uccello con le ali spiegate con al centro della fronte uno strano simbolo. “Altezza..” disse Lew chinando il capo per un breve istante “Principe? Cosa significa tutto questo? Sono l’unica che non capisce cosa sta succedendo?” domandò la ragazza “ Luna, Regis è il figlio del nostro Re Azkaba, lui è il Principe Ereditario! Soltanto i reali, diretti discendenti del dio Hastur possono indossare l’anello sacro!” le spiegò Lew. “ Cosa? Non posso credere che un ragazzo, che vive da solo in una catapecchia sia in realtà il principe ereditario di questo mondo!” “E’ così, invece. Sapete bene che mio padre è impazzito, è stata una cosa graduale, all’inizio pensavo che si trattasse di una specie di crisi di mezza età, ma poi le cose sono peggiorate. Quando ha cominciato a varare le leggi che gli proponeva Keel ho cercato di dissuaderlo e, in cambio, mio padre ha deciso di eliminarmi.” Mentre parlava il suo sguardo si faceva triste e pensieroso “ Ha mandato dei sicari, è proprio caduto in basso… Ho deciso di andarmene, non sono stato in grado di farlo rinsavire, e io…. Non voglio vederlo così.” “Perciò sei fuggito, giusto?” gli domandò Lew. “ Cos’altro avrei dovuto fare? Io voglio bene a mio padre, ma non per questo potevo lasciare che mi facesse del male!” ribatté il principe “Hai ragione, in effetti, non saprei dire cos’altro potevi fare, in fondo, sei stato tu a trovarti in questa situazione.” “ Se vengo con voi, potrò aiutarvi a recuperare Rihalja e forse, dopo che avremo sconfitto Keel, il suo influsso malefico su mio padre scomparirà, inoltre, penso che questa vi serva.” Così dicendo svolse dal lungo velo che lo copriva il suo bagaglio.

Si trattava di una lunga lancia bianca dai riflessi argentei. Luna con un brivido percepì immediatamente il potere magico custodito dall’oggetto. Si trattava forse di… “ Ma quella é..” balbettò Spine Sun “ Sì, è la Lancia di Rodinius. Fa parte di Rihalja, l’ ho trovata tempo
fa nei sotterranei del castello, a dire il vero, non pensavo che essa mi avrebbe permesso di avvicinarmi. Invece, ha scelto me come suo padrone e nessun’altro può toccarla.” Spiegò Regis “ Fantastico, ora abbiamo già due degli oggetti magici che ci servono! E non è stato neanche troppo difficile, speriamo di recuperare in fretta anche gli altri!” disse Lew allegramente, anche Luna a Spine Sun erano raggianti, adesso non restava loro che dirigersi verso la foresta di Faar. Essa sorge ai piedi degli altissimi monti Altair, quando la videro in lontananza a Luna parve immensa e senza fine.

Si accamparono a metà strada me, mentre stavano decidendo i turni di guardia, nell’aria riecheggiò una beffarda risata.


fine del capitolo 2






 
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Hikuraveku
view post Posted on 27/9/2007, 19:24




Caspita!!!Devo ammettere che sembra davvero una splendida storia, però non sono ancora riuscita a leggerla tutta come si deve, per cui ti domando scusa Misuzuchan!!!Sono in ritardo lo so, però cercherò di rimediare a breve...sarebbe un peccato non riuscire a commentare una storia che sembra così promettente!!!
 
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16 replies since 5/7/2007, 23:35   347 views
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