rieccomi qui!
per fortuna Microsoft Word ha ripreso misteriosamente a funzionare......
Capitolo 3
Nei giorni seguenti i due, uniti maggiormente dall’avvenimento erano inseparabili, la signora Selene osservandoli, intuì cosa doveva essere accaduto, e ne fu felice. Ormai il laghetto nascosto non era più così silenzioso perché David e Senna vi si recavano spesso e vi trascorrevano pomeriggi spensierati insieme ai piccoli animaletti del bosco, che ormai si erano abituati alla presenza dei due. Ma c’erano ancora barriere fra loro, nei giorni seguenti David iniziò a comportarsi stranamente, era spesso soprappensiero e sembrava triste e preoccupato; inoltre era molto nervoso. Senna, preoccupata e gli aveva chiesto più volte se c’era qualcosa che non andava, se aveva qualche problema; ma lui si limitava a non risponderle. Col passare dei giorni il suo nervosismo era aumentato, poi la domenica le aveva detto che sarebbe stato via e di non cercarlo.
Ormai Senna disperata pensava che, forse si era stancato di lei ma poi lunedì, David era tornato ad essere quello di sempre. Senna si interrogò ancora circa il suo strano atteggiamento, dopo un po’ smise di preoccuparsene, anche se in futuro avrebbe avuto a rammaricarsene. Un altro problema si stava infatti delineando all’orizzonte per la povera Senna, un giorno fu chiamata in presidenza e il preside teneva in mano una certa cartella clinica….
“ Perché?” si domandava Senna “ Perché devono interessarsi del mio passato? Perché devono sempre riportarlo a galla? Danno dei giudizi..”, pensava mentre ascoltava le lamentele del suo preside, che intendeva informarne i docenti e che le rimproverava di non averlo avvertito “ Sono estranei…. Estranei che non comprendono il nostro dolore.” Così l’intero corpo insegnanti venne allertato per questa faccenda, che poteva essere, secondo lui “pericolosa”, il giorno seguente lo sapeva tutta la scuola.
Senna sentiva puntati verso di lei centinaia di sguardi, migliaia di occhi curiosi, le voci correvano per i corridoi, qualcuno la additava: “ Eccola, é quella pazza!” “ A vederla non si direbbe, è così bella!” , frasi di questo genere e simili le si accavallavano nella mente, che manteneva forzatamente vuota.
Dopotutto bastava non pensare a nulla, far finta di essere una pianta, di essere invisibile o di non essere lì! Era questo il segreto, prima o poi si sarebbero stancati di parlarne. Non le interessava ciò che potevano dire sul suo conto, visto che, tutto sommato per lei erano solo estranei; ne ricordava a malapena il nome e non era mai uscita con loro. L’unica persona di cui le importava era David, se almeno lui avesse continuato a comportarsi normalmente, allora a Senna non sarebbe potuto importare nulla di più dei commenti dei suoi compagni. Quando all’uscita da scuola, dopo una giornata orribile come quella, trovò David ad aspettarla come al solito ne fu così sollevata che, al suo “ Andiamo?” iniziò a piangere.
David le propose di non tornare subito a casa, di andare nel loro “posto segreto”, dopo aver pianto a lungo, mentre David le teneva la mano, Senna si sentiva molto meglio, perciò iniziò allegramente a cantare con voce limpida e leggera, “Posso sopportarlo” pensò improvvisamente, “se David è accanto a me posso sopportarlo.” Concluse osservandolo mentre raccoglieva un sasso e lo lanciava in acqua. Pian piano il suo animo ritornò a calmarsi, come l’acqua del laghetto dopo l’increspatura provocata dal sasso. Nella quiete del boschetto, Senna aveva ritrovato la propria anima e improvvisamente si ricordò di una favola, che aveva letto da bambina, narrava di una quercia e di una canna: dopo la tempesta la forte quercia era crollata, mentre la canna, più flessibile era riuscita a salvarsi. Impuntarsi troppo sulle cose non serviva a nulla, avrebbe senso nuotare controcorrente? Sorrise a David che si era seduto accanto a lei e gli prese la mano: “ Grazie.” Gli disse dolcemente “Di cosa?” domandò a sua volta quest’ultimo, “ Per starmi sempre accanto, come se fosse una cosa scontata.” Mormorò piano piano, mentre un uccellino lontano cinguettava nascosto fra le fronde.
Purtroppo nella piccola cittadina le notizie correvano in fretta, e quello stesso pomeriggio, nel suo negozio, la signora Selene si ritrovò a ricevere: frecciatine, occhiate curiose e frasi lasciate a metà, dalle quali aveva intuito, che doveva essere accaduto qualcosa, aveva chiuso prima il negozio e si era precipitata a casa più in fretta che aveva potuto, trovandola però vuota. Preoccupata, prima di farsi cogliere dal panico aveva pensato di dare un’occhiata a casa dei vicini, vi trovò David e Senna chini sui libri con due tazze di cioccolata fumante.
“Mamma? Cosa ci fai qui? Non dovresti essere in negozio?” domandò tranquillamente Senna, “ Sì, ma ho chiuso prima. David, tu sei già al corrente di tutto quanto vero?” domandò al ragazzo “ Sì, spero che non le dia fastidio… ..” interloquì David “ Anzi, mi fa molto piacere.” Rispose scotendo il capo e continuò “ Oggi, è successo qualcosa? Te lo chiedo perché in negozio, la gente mi guardava in modo strano; facevano commenti; esattamente come nella nostra vecchia città.” Terminò rivolgendo uno sguardo ansioso alla figlia.
“Sì, oggi sono arrivate le mie cartelle cliniche. La vecchia scuola si è rivelata molto efficiente, almeno sotto questo punto di vista….” Concluse laconicamente Senna.
“ A quello non ci avevo proprio pensato. Possibile che non sappiano farsi gli affari loro? E dire che speravo che in questa cittadina semisconosciuta, la gente fosse più discreta..” sospirò la signora Selene, “Invece non é affatto così; anzi proprio perché è così piccola, tutti sanno tutto di tutti quanti.” Commentò David e mentre lo diceva, aveva un’espressione così triste che Senna dovette trattenersi dal chiedergli cosa gli era successo, ormai sapeva che doveva essere accaduto qualcosa di grave a David, però quello non era il momento più adatto per chiederglielo. Senna non voleva continuare il discorso, David si era assorto nei suoi pensieri e la sua mente era lontana mille miglia da loro. Prima o poi sarebbe riuscita a chiedergli cosa lo turbava.
Senna salutò David e tornò a casa con sua madre, rendendosi conto improvvisamente che, fino ad allora ( ed era ormai trascorso un mese dal suo arrivo a Rainbowl!) non aveva mia visto il padre di David. Forse, pensò Senna, anche il padre di David era morto come il suo, così si sarebbe spiegato come mai la capiva così bene, domani glielo avrebbe chiesto. Glielo domandò mentre andava a scuola, David sorrise ironicamente, rimuginando fra sé, che in effetti era quello che desiderava, ma si limitò a dire: “ Non è morto, i miei hanno solo divorziato.” In tono atono “ Ma, allora lo puoi comunque vedere! Per fortuna!” disse sollevata Senna, lei, invece, per quanto lo desiderasse non poteva più vederlo. “Fortuna dici? Io non lo voglio affatto vedere!” disse alzando la voce. Senna, che non lo aveva mai visto perdere la calma si spaventò alquanto, dicendosi che forse aveva date per scontate troppo cose. “ Scusami…” sussurrò “ Scusa tu, non avrei dovuto perdere la calma. Che giorno è oggi?” domandò improvvisamente “ oggi? E’ il 24, perché me lo chiedi?” “ Ancora tre giorni..” commentò nuovamente cupo David e Senna lo fissò con aria interrogativa.
Arrivati a scuola si diressero verso l’aula magna, per l’assemblea scolastica, commenti e malignità piovevano da ogni dove e Senna era quasi sul punto di mettersi a piangere, quando David la prese per mano. Si sedettero vicini, mentre un ragazzo dai capelli neri, Paul, un amico di David si sedeva accanto a loro e domandava: “ Allora? Cosa pensate di fare?” “ Lo vedrai.” Disse David con in viso un’espressione determinata, alzandosi per chiedere il permesso di parlare in assemblea. “ Io sono Paul, piacere!” si presentò “ Senna, anche se immagino che non ci sia bisogno che te lo dica…” “ Già, ti conoscono tutti dal primo giorno che sei entrata a scuola, perché sei una bella ragazza e perché sei amica di David!” commentò gioiosamente. “ Perché sono amica di David?” “ Ma sì, David è il ragazzo più popolare della scuola! Ha voti alti, è bravissimo in qualsiasi tipo di sport e va d’accordo con tutti.” “ Ed è anche bello!” aggiunse una ragazza dai corti capelli ramati e gli occhi verdi, “ lo sappiamo anche se non ce lo dici April!” disse seccato Paul. “ Non sarai geloso?” gli domandò sorridendo, poi si rivolse a Senna “ Io sono April, la ragazza di Paul: ciao Senna!” esclamò “ Piacere di conoscerti.” Rispose educatamente Senna. “ Ma, dai, non salutarmi così! Non ce’ né bisogno.” Disse prendendo posto vicino a Paul, “ Piuttosto, perché non gli vai a dire qualcosa?” domandò indicando un gruppetto di ragazzi che sghignazzavano al loro indirizzo.
“Andarmi a giustificare con ognuno, oppure dirgli di tutto non avrebbe senso non trovi? E poi è vero che ho sofferto di afasia, perciò non c’è proprio nulla da dire.”
“Sai una cosa? Penso che diventeremo amiche, mi piacciono molto le persone forti e poi, l’afasia è un: alterazione della capacità di comprendere e usare i simboli verbali, cioè tradurre le parole in pensiero. Non è affatto una cosa pericolosa per gli altri, no?” affermò sorridendo. A Senna vennero le lacrime agli occhi, le parole così semplici e sincere di April, l’avevano risollevata, allora c’era davvero qualcuno che riusciva a vedere le cose semplicemente come stavano! Senza pregiudizi e senza ingigantirle! “Perché piangi?” le domandò allarmata April, “ Non l’avrai fatta piangere spero! Scusala se ha detto qualcosa di scortese, dice sempre quello che pensa senza ragionarci su!” si affrettò a dire Paul “ grazie, sei gentile e sei anche la prima persona che la pensa così. In genere, tutti mi evitano o mi sparlano dietro dicendo cattiverie.” “ Allora finora hai incontrato solo degli stupidi e dei meschini! Mai io e April non siamo così!”
Senna sorrise e capì di aver trovato due amici, durante l’assemblea continuò a chiacchierare con loro e, se ogni tanto le giungeva all’orecchio qualche cattiveria, April e Paul si voltavano verso i malcapitati e li aggredivano, gridandogli di tutto, fino a farli zittire. Poi fu il turno di David di parlare: “ Dunque, volevo dirvi una cosa, per vostra informazione l’afasia non è una malattia pericolosa e nemmeno infettiva! Non si può giudicare una persona solo da quello che si sente dire sul suo conto! Voi non potete sapere cosa ha dovuto passare Senna, lei è guarita dopo avercela messa tutta! Perciò non tollererò nessun atteggiamento discriminatorio nei suoi confronti! Chiunque lo farà dovrà vedersela con me, intesi?” concluse scrutando la platea con fare minaccioso, come a sfidarli a ribattere.
April e Paul batterono le mani gridando vari commenti, poi si unirono altri studenti e in breve tutta la scuola applaudiva. Solo Senna stava immobile, mentre grosse lacrime le scendevano sul viso, non avrebbe saputo dire cosa provava in quel momento: gratitudine, felicità, amore. Quasi senza rendersene conto, si alzò e si precipitò di corsa verso David e lo abbracciò stretto, lui ricambiò a sua volta e la strinse forte.
fine del capitolo 3
lo sò é un pò troppo sdolcinato ma ogni tanto mi lascio andare a queste romanticherie.....