L'Alchimia delle Parole

Il Giardino Segreto, altro racconto!

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Misuzu
icon1  view post Posted on 30/5/2007, 09:38 by: Misuzu




Eccomi qua di nuovo a postare..... dunque questo é l'ultimo racconto breve che ho scritto prima di cimentarmi col mio romanzo........ quindi, almeno in teoria, dovrebbe risultare migliore rispetto a "La Valle dell'Arcobaleno"..... :unsure:

come si può intuire dal titolo é un racconto legato al libro originale di F.H.Burnett "The Secret Garden" anche se in realtà poi é mooooooolto modificato infatti la protagonista non é Mary ma
SPOILER (click to view)
sua nipote


Capitolo 1

Le immagini di un paesaggio montuoso scorrevano dal finestrino del treno, il cielo terso era attraversato solo dalle scie degli aerei, Luna distolse lo sguardo da quel paesaggio sconosciuto. Osservò per qualche tempo il suo bagaglio, indecisa se aprirlo o meno, estrasse dal piccolo zainetto un porta foto, al suo interno vi erano numerose immagini di una giovane coppia, osservandole, le lacrime iniziarono a scenderle sul viso. Se un mese fa qualcuno le avesse detto che si sarebbe ritrovata in questa situazione, probabilmente gli avrebbe riso in faccia. Mentre il treno avanzava i suoi pensieri seguivano la strada opposta: tornavano indietro, di settimane, mesi, anni. Nella nazione che era stata finora la sua casa, l’Italia e nella sua città; Genova. Il luogo che stava abbandonando forse per sempre, rivedeva le strade trafficate del centro, Nervi con il suo parco, dove aveva trascorso tante giornate con i suoi amici quando era bambina, la passeggiata di Corso Italia con le sue gelaterie e gli stabilimenti balneari. Il mare, che forse non avrebbe più rivisto!

La sua casetta ora sarebbe rimasta vuota, il luogo dove aveva vissuto per sedici anni con i suoi genitori e il fratellino, sarebbe diventata la casa di qualchedun’altro, al solo pensiero le si spezzava il cuore. Tutta la sua vita si trovava nelle valigie impilate nel portabagagli sopra di lei e nel cestino, dove, raggomitolata, dormiva la sua gattina che aveva chiamato Luny, un nome simile al suo: Luna. Il pensiero, quasi involontariamente le tornò a quel giorno, che non avrebbe mai potuto dimenticare, quando la mamma, il papà e il fratellino erano partiti dall’aeroporto, e lei era rimasta a terra. Una settimana alle Hawaii era il sogno di tutta una vita, avrebbe dovuto andare anche lei; ma aveva preferito restare a casa per lasciare loro un po’ più d’intimità e spendere di meno, in fondo non era come Filippo, il suo fratellino, ancora troppo piccolo per badare a se stesso. Dopo averli salutati con la mano, per quella che sarebbe stata l’ultima volta, era tornata a casa, dove insieme a Luny, aveva trascorso tranquillamente i giorni seguenti fino a quello in cui la sua famiglia, sarebbe salita sull’aereo per tornare a casa.

I suoi l’avevano chiamata al cellulare, poco prima di partire, per ricordarle che sarebbero arrivati alle 20 all’aeroporto Cristoforo Colombo e quindi, se voleva poteva aspettarli lì, ma Luna non ne aveva voglia e poi, avrebbe impiegato moltissimo tempo per arrivare all’aeroporto!
Aveva risposto che li avrebbe aspettati a casa e che aveva tanta voglia di rivederli, poi aveva cominciato a preparare tavola, pensando che ai suoi avrebbe fatto piacere trovare qualcosa da mangiare.

Aveva acceso la TV mentre aspettava che l’acqua bollisse, ultime notizie dal telegiornale: l’aereo proveniente dalle Hawaii, diretto all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova, era esploso mentre sorvolava la città, la causa dell’esplosione: sconosciuta; nessun superstite. L’acqua uscì dalla pentola e bagnò il fornello, nell’aria si diffuse l’odore del gas, ma Luna non si mosse. In sovrimpressione apparve il numero del volo, Luna si precipitò ad agguantare il foglietto che le avevano lasciato i suoi prima
di partire: “ Così, se vuoi venire a prenderci, almeno, potrai sentire direttamente dagli altoparlanti a che uscita aspettarci.” Le aveva detto papà prima di partire. Aprì il cassetto e cominciò a cercarlo freneticamente, lo trovò, ritornò davanti al televisore e cominciò a confrontare, uno alla volta, i numeri impressi sullo schermo e quelli sul biglietto: coincidevano tutti. Non era possibile.

Se quello era davvero il volo che avevano preso i suoi genitori e F-chan, ( questo era il vezzeggiativo con cui chiamava il fratellino, con grande disappunto di lui, peraltro) allora, a quest’ora……..

L’ipotesi che stava per formulare era inconcepibile, non era possibile che suoi genitori e suo fratello fossero morti! Forse avevano perso l’aereo, ma se così fosse, l’avrebbero chiamata. L’idea la fece correre in camera sua, aveva il cellulare silenzioso, pensò, forse aveva squillato e lei non aveva sentito. Il telefonino aveva il display luminoso, c’erano tre nuovi messaggi, pigiò il tasto “leggi”: papà, mamma, F-chan . Con il dito che le tremava, spinse di nuovo il tasto “leggi” sull’ SMS di mamma: “ Ti voglio bene. Sii forte.” Poi quello di papà “ Ti voglio bene, vai avanti anche senza di noi.”, per ultimo quello di F-chan: “ Ho paura, mamma dice che moriremo. Ti voglio bene Luna. Addio sorellina.”

Per un momento si chiese come aveva fatto suo fratello a mandarle un SMS così lungo, poi il cellulare le cadde di mano.

Se prima aveva una speranza, ora non aveva più nemmeno quella, cominciò a singhiozzare, si accasciò sul pavimento e iniziò a chiamare: “ Mamma, papà,
F-chan! Perché è successo? Perché?” continuò così per tantissimo tempo, la sua gattina miagolava preoccupata e le faceva le fusa. Luna la strinse “Mi sei rimasta solo tu Luny! Mamma, papà e F-chan non ci sono più!” singhiozzò, era da un po’ che sentiva puzza di gas, forse lo aveva lasciato acceso, pensò confusa, poi sentì suonare alla porta però non aveva la forza di alzarsi. La porta si aprì comunque e Laura e i suoi genitori entrarono in casa, “ Ma questa è puzza di gas!” li sentì esclamare, “ Ehi! E’ acceso, bisogna spegnerlo! Apriamo le finestre!” disse una voce che riconobbe vagamente essere quella di Marco, il suo vicino di casa, ma lei non si mosse, avvertiva un grande freddo. Poi qualcuno aprì la porta di camera sua, “ Luna! Allora sei qui, ero così preoccupata!” esclamò Laura, la sua migliore amica: “ Lo sai che c’era il gas acceso? Rischiavi di morire!”, era decisamente furiosa, Luna si aggrappò a lei e ricominciò a piangere, Laura la guardò perplessa. “ ehi! Cos’è successo? Perché piangi? Va bene essere pentiti ma…. …” Luna non la ascoltava, adesso era sola, pensò, poteva almeno fare quello che le pareva.
“Luna, dove sei? Ah, eccoti qui, ho appena sentito il telegiornale, avevi mica intenzione di suicidarti?” le domandò, delicato come sempre Marco. “ Potresti almeno avere il buongusto di tacere ogni tanto!” gli urlò furiosa, non era proprio quello che voleva sentirsi dire! “ Hai ragione, scusami. Ma ero preoccupato per davvero! Insomma, visto quello che è successo, poteva davvero essere un gesto estremo.” Concluse imbarazzato, vedendo che Luna stava ricominciando a piangere.

“ Mi dispiace davvero, dai non piangere!” esclamò preoccupato, “ Potrei sapere cos’è accaduto? Non ci capisco nulla!” domandò Laura, ma prima che qualcuno potesse risponderle, i suoi genitori apparvero in cima alle scale: “ Luna! Per fortuna stai bene, povera piccola!” esclamò la madre di Laura correndo ad abbracciarla, anche lei stava piangendo, il padre di Laura, il signor Bianchi rimase zitto ad osservare la scena. Luna si lasciò trascinare a casa dei Bianchi e si sforzò di ascoltare i loro discorsi, Laura ascoltava ammutolita; era in quello stato da quando aveva saputo cos’era successo: dopotutto lei, Laura e Marco si conoscevano da quando erano bambini, ed era normale che Laura, come lei, fosse un po’ scossa. I discorsi dei signori Bianchi erano sensati, pensò Luna, ma ora non riusciva ad ascoltarli, avrebbe dovuto esserci il funerale, ovviamente, inoltre lei non poteva certo vivere da sola, aveva solo sedici anni, per cui sarebbe dovuta andare a vivere da qualche suo parente. Aveva dei parenti? A quanto ne sapeva, aveva solo un nonno che viveva in Scozia, e non era certo la persona con cui voleva andare a vivere! “ Non posso restare qui con voi?” domandò. I signori Bianchi si scambiarono uno sguardo imbarazzato, “ Temo di no, lui è il tuo parente più stretto. Ovviamente, se non accettasse di ospitarti, o ci chiedesse di farti vivere con noi, saremmo più che d’accordo. Ma non spetta a noi decidere. “ le rispose la signora Bianchi mestamente.

Luna se lo aspettava, in fondo era ancora minorenne e non poteva decidere autonomamente di se stessa. Nei giorni che seguirono ci fu il funerale e il nonno non si fece vedere, Luna sperava che si rifiutasse di ospitarla, in fondo lei non lo aveva mai visto in vita sua, perché proprio ora avrebbe dovuto interessarsi a lei? Ma le cose non erano andate come sperava, ed eccola seduta su un treno diretto nella lontana Scozia.

Fine capitolo 1


- come potete notare anche questa storia si apre un pò tragicamente........ in quel periodo ero un pò depressa.... ma poi la storia prosegue su un tono + allegro (insomma...)-

confesso che in realtà questi inizi un pò tragici servono a far decollare la storia perché sono l'incipit da cui poi si dipana la trama e la storia.........

spero in qualche commento!! :*eheh*:

Edited by Misuzu - 2/6/2007, 13:30
 
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15 replies since 30/5/2007, 09:38   1677 views
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